Giardino verticale della comasca Marlo. È la terza parete più grande in Italia

L’opera L’intervento dell’azienda di Colverde realizzato al multisala Cinelandia di Gallarate. Diecimila piante e tanta tecnologia: monitoraggio in tempo reale dei benefici ambientali

La parete verticale del multisala Cinelandia di Gallarate, realizzata dall’azienda Marlo di Colverde, non solo è la terza più grande d’Italia e ai vertici in Europa, ma adesso è la prima monitorata in tempo reale con l’obiettivo di poter indicare, con numeri e dati, i benefici per l’ambiente.

Questo grazie a un progetto all’avanguardia che unisce tecnologia avanzata, ricerca scientifica e infrastrutture verdi. Grazie alla collaborazione tra Marlo, fondata nel 2008 e leader nel settore della stabilizzazione vegetale, la startup EroundMe e il dipartimento di Scienze Chimiche dell’Università di Roma “Tor Vergata”, il giardino verticale di Cinelandia è al centro di un particolare monitoraggio ambientale che punta a raccogliere dati sull’interazione tra verde urbano e qualità dell’aria.

I numeri

Si tratta di una gigantesca parete di circa mille metri quadrati rivestita da circa 10mila piante di oltre 25 essenze differenti. «Che le piante purifichino l’aria – spiegano Laurent Dubois e sua moglie Marcella Panzeri, i due soci di Marlo – è un fatto noto, ma non esistevano dati scientifici a riguardo e gli unici test, uno a Los Angeles e uno in Corea, hanno interessato solo pezzi di pareti interne. Ecco perché ci siamo messi in contatto con un’azienda specializzata per la realizzazione di sonde miniaturizzate che rilevano i diversi tipi di inquinanti, esattamente come le grandi centraline di Arpa. Parliamo di sonde certificate per l’ambito aerospaziale e realizzate per noi con un apposito software di gestione. Ne abbiamo installate tre nella parete vegetale e una sulla parete senza verde, in modo da poter monitorare situazioni diverse pur nella stessa zona e, quindi, poter successivamente confrontare i dati».

I dati vengono rilevati ogni due secondi e inviati direttamente al laboratorio certificato LabCap dell’Università di Tor Vergata per l’analisi.

Vengono rilevati parametri fondamentali per la qualità dell’aria, tra cui gas inquinanti come composti organici volatili, monossido di carbonio, biossido di azoto e anidride carbonica, particolato atmosferico (Pm10, Pm2.5 e Pm1.0) e fattori atmosferici come ossigeno, temperatura, umidità e pressione. Valori che permetteranno di studiare l’interazione tra i giardini verticali e l’ambiente urbano e quindi la capacità di assorbire anidride carbonica e rilasciare ossigeno.

«Potremo trarre una prima conclusione – spiegano i due proprietari di Marlo – nell’arco di sei mesi in quanto puntiamo ad analizzare due stagioni partendo dall’inizio dell’inverno e arrivando fino alla primavera, quindi con il monitoraggio della parete con le piante “in letargo” nei mesi freddi e poi quando sbocciano in primavera. Potremo sapere l’effetto del verde sull’inquinamento, ma anche quali essenze “puliscono” maggiormente l’aria. E ancora arrivare ad installare un piccolo schermo in grado di dire, come si fa con l’energia, quanta aria riusciamo a ripulire dall’anidride carbonica in tempo reale».

La manutenzione

Dubois precisa infine che «le piante sono le stesse messe a dimora due anni e mezzo fa e, su circa 10mila, ne abbiamo sostituite solo una trentina per problemi di irrigazione. Noi abbiamo realizzato la parete per conto di Cinelandia e ci occupiamo anche della manutenzione, che è fondamentale» e spiega che prima di realizzare una parete verde «si studia la tipologia in base alle temperature, al luogo e all’esposizione al sole e la scelta è quella di utilizzare piante più autoctone possibili e, ovviamente, perenni». Dalle varietà di abelie ai ginepri, solo per fare un esempio.

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