Giornata Economia Lariana. Turismo da boom, l’industria frena ma tiene

Il rapporto A Lariofiere l’evento organizzato dalla Camera di commercio Como Lecco. Un clima di incertezza, sul futuro prevale la fiducia

L’economia vive «una fase di sospensione». La sintesi è dell’assessore regionale allo Sviluppo economico Guido Guidesi. L’ha presentata ieri, a Lariofiere, alla Giornata dell’economia, l’appuntamento annuale della Camera di commercio Como Lecco.

Lo scenario economico è difficile da interpretare, come il cielo di questi giorni che sono d’estate senza che ce ne accorgiamo. Anche le previsioni sul trend economico sono come quelle meteo: incerte. E cambiano ogni giorno, dal sole (anche quello metaforico dei mercati) si passa alle grandinate: non ci sono più le mezze stagioni e anche il futuro non è più quello di una volta, ma molto più complicato e fluido, senza certezze se non quella che è richiesto a imprese e lavoratori un impegno costante per l’innovazione, non solo di processo e di prodotto, ma anche organizzativa.

Transito

Tante le variabili che rendono tutto incerto, della geopolitica che condizionano gli affari e la fiducia delle imprese: i conflitti combattuti e quelli minacciati, il transito da Suez, l’atteggiamento della Cina, la guerra dei dazi. E poi ci sono i fattori dell’economia e della finanza: la Bce che fa? Abbasserà ancora e di quanto il costo del denaro? Le imprese guardano interessate e rinviano le decisioni di investimento che sono anche condizionate dall’approvazione dei regolamenti su Industria 5.0. Siamo in una «fase di sospensione» in cui resta «la forza - sono ancora parole di Guidesi - delle imprese lariane che su basi solide sanno innovare e anticipare i mercati».

L’incertezza, o sospensione che dir si voglia, si legge nei numeri presentati da Carlo Guidotti (responsabile dell’Ufficio studi e statistiche della Camera di commercio). Il 2023 era partito alla grande, per poi rallentare con il passare dei mesi. Così alla fine dell’anno, il bilancio per l’industria lariana è risultato con il segno meno. A Como la produzione è calata dell’1,2% (rispetto all’anno precedente), a Lecco del 2,1%, e qui si legge la maggiore dipendenza delle imprese lecchesi dalla Germania. I fatturati dell’industria comasca segnano nell’anno un incremento dello 0,3%, mentre a Lecco sono arretrati del 3,5%. Meglio è andata per l’artigianato, la cui produzione è aumentata dell’1% a Como e dell’1,9% a Lecco. Crescono anche i ricavi: più 1,6% a Como e più 2,3%.

Vogliamo dare ancora qualche numero? Sono quelli del turismo che vola sulle ali del brand Lago di Como che ha una dimensione glamour e globale. L’anno scorso, nell’area lariana i turisti sono cresciuti del 17,9% (rispetto al 2022). Di questo passo, il rischio è di avere territori e città che si trasformano a misura e a prezzi per i turisti. Un pericolo per la tenuta del tessuto delle città e che - come ha ammonito il direttore della Provincia, Diego Minonzio che ha moderato l’incontro - rischia i penalizzare i residenti soprattutto a Como, con fenomeni simili a quelli di Venezia e Firenze, e che hanno portato alla rivolta dei residenti di Barcellona contro i turisti. Per dare un’idea della massa di persone che sono arrivate sul lago: a Como l’aumento da un anno all’altro è stato di 220mila visitatori (si è passati da un milione e mezzo a un milione e 720mila). Mentre a Lecco l’incremento è stato di 90mila unità, con una crescita del 27,3%.

Ultimi numeri per scrivere che è andata bene anche l’edilizia: sotto l’effetto bonus ha visto un incremento delle ore lavorate del 4,3%.

Questi sono alcuni flash sull’andamento del 2023 che confermano le capacità competitive e di «resilienza» (termine usato da Guidotti) dell’econonia lariana. Partendo da questi dati e con uno sguardo sulle prospettive, il presidente della Camera di commercio Como Lecco, Ezio Vergani, ha indicato quelle che possono essere le priorità dell’economia lariana. Si comincia da un tema spinoso, la carenza di manodopera (prodotta anche dal calo demografico) che si fa acuta su alcune figure tecniche. E se mancano le persone le aziende non possono crescere. Non è infrequente il caso di imprenditori che rinunciano a un ordine o una commessa perché non hanno chi in fabbrica la realizza.

Dialogo

Vergani ha invitato «a lavorare sul territorio per provare a colmare il divario tra domanda e offerta di lavoro», con progetti di orientamento e dialogo più stretto tra imprese e scuola. Ma Vergani ha anche indicato nuove strade, per portare nel territorio la manodopera che manca. «Si può lavorare con Paesi dell’Africa su progetti di orientamento e formazione, anche linguistica, con giovani interessati a venire a lavorare nelle nostre aziende. Ragazzi che poi deve essere assistiti nel processo di integrazione personale e lavorativa».

È un’esperienza che sta portando avanti Confindustria Alto Adriatico che di recente ha inaugurato, alla presenza di Mattarella, una scuola tecnica in Ghana.

Altra sfida che Vergani ha presentato a Lariofiere è quella «dell’innovazione e della cultura, aspetti tra loro collegati». Il presidente della Camera di commercio vede nelle dimore storiche del territorio («non solo sul lago, ma anche in Brianza»), i luoghi dove ospitare per periodi di studio giovani talenti da tutti il mondo.

È dalla contaminazione di culture che nasce il nuovo e, di conseguenza, la crescita. «Senza contare - ha sottolineato Vergani - che questi ragazzi saranno i nostri ambasciatori nel mondo. Faranno conoscere il territorio e le imprese che vi operano nei Paesi d’origine. Sono progetti ambiziosi, ma da imprenditore, che conosce gli imprenditori, so che le aziende hanno il coraggio e le capacità per provarci e per realizzarli».

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