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(Foto di Archivio)
Il report I fondi controllano soltanto l’1% delle strutture, secondo l’indagine condotta da World Capital Group
Il patrimonio immobiliare degli alberghi che costellano il Lago di Como è stimato in oltre 645milioni di euro, nella maggioranza dei casi i proprietari sono operatori o investitori locali. Queste le principali evidenze che emergono dall’analisi condotta da World Capital Group.
Wcg, società italiana di intermediazione e consulenza immobiliare specializzata in asset class commerciali, come logistica e hospitality, ha condotto un’analisi su tutto il territorio nazionale e ha estratto per La Provincia i dati relativi al distretto alberghiero che gira intorno al Lago di Como, da Varenna a Lanzo d’Intelvi, escludendo i Comuni con un turismo di altra natura.
Le 204 strutture che si trovano in quest’area, possono essere suddivise in cinque categorie di proprietari: 69,6% operatori, 25,3% investitori locali, 1% investitori istituzionali, 3,1% enti e 1% istituti finanziari. Le 6.949 camere totali mostrano una distribuzione simile: 69% operatori, 22% investitori locali, 6% investitori istituzionali, 2,6% enti e 0,6% istituti finanziari.
«A livello generale i proprietari degli hotel sono soprattutto persone fisiche, si tratta prevalentemente di figure che possiedono direttamente gli immobili oppure di investitori locali come le agenzie immobiliari – commenta Marco Clerici, head of research & advisory di Wcg - I fondi di investimento internazionali controllano solo l’1% delle strutture, ma il 6% delle camere, si tratta infatti di soggetti che investono principalmente in immobili più grandi». Secondo il ricercatore i dati sono «buoni» e ci raccontano che sul Lago di Como «potenzialmente gli investitori sono arrivati», ma il territorio continua ad avere un assetto gestito a livello locale. Da un altro punto di vista significa anche che la zona mantiene la sua tipicità, mentre le grandi catene tendono a omologare l’offerta turistica.
«Le quote ente sono equilibrate e rappresentano piccole realtà, che non corrispondono agli istituti religiosi tipici di Roma, ad esempio – prosegue Clerici - Gli istituti finanziari sono pochi, ed emerge anche che il tessuto locale non sta investendo nella ristrutturazione delle strutture, anche i leasing sono limitati». L’analisi su Milano e Roma rivela che circa l’80% del patrimonio immobiliare è in mano a operatori e investitori (44% e 38% a Milano; 43% e 37% a Roma) per un valore complessivo di 15,7 miliardi di euro.
«A Milano, il mercato è più maturo, c’è una presenza più marcata di società e investitori focalizzati su strutture di grandi dimensioni». Meininger per esempio ha aperto nel capoluogo lombardo diverse strutture a una-due stelle «gli investitori tendono a concentrarsi su hotel di grandi dimensioni, gli immobili con meno di 40 camere generalmente non vengono considerati per un possibile investimento». Il patrimonio immobiliare nel distretto Lago di Como è stimato in oltre 645milioni di euro, calcolato solo sulle camere, senza considerare elementi accessori come spa e ristoranti.
La stima si basa su un algoritmo che prende in considerazione i rendimenti attesi e i prezzi medi delle camere, e restituisce il valore potenziale del patrimonio immobiliare se fosse utilizzato a regime. Il valore patrimoniale è così suddiviso: hotel cinque stelle 118milioni di euro, hotel quattro stelle 336milioni, hotel tre stelle 158milioni, hotel due stelle 19milioni, hotel una stella 11milioni. La stima su Roma è di oltre 14 miliardi di euro, Milano 6miliardi e Firenze 4 miliardi.
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