«Gli stranieri, una risorsa. Ma puntiamo sulle scuole»

Turismo Carenza di manodopera: i lavoratori immigrati nelle aziende?: «Importante la formazione e rendere il territorio attrattivo per i ragazzi»

«Si tratta di diventare attrattivi per chi sul lago e a Como vuole investire per un progetto di vita di lungo periodo. L’obiettivo è pensare in funzione della comunità. In questo modo si può immagine che più persone decidano di lavorare nelle aziende comasche, sia chi è del posto che chi proviene da altre regioni italiane o dall’estero» così Giuseppe Rasella, imprenditore nel settore turismo e vicepresidente della Camera di commercio di Como e Lecco, pone una premessa necessaria ai diversi progetti che sempre più spesso vengono proposti per attrarre lavoratori da altri paesi, forti spesso di una buona preparazione scolastica e di una formazione professionale adeguata.

«Ad esempio, ci sono scuole alberghiere di ottimo livello in Tunisia e Sud America. Avere la possibilità di fare formazione nei paesi di origine dei lavoratori sarebbe molto interessante – commenta Rasella - la priorità è ovviamente rivolta al nostro personale residente nel territorio, già inserito nella comunità, siano italiani o stranieri. Tuttavia, bisogna avere uno sguardo rivolto al futuro e siamo ben consapevoli che una serie di fattori, come la vicinanza della Svizzera e di Milano, fattori post-Covid come il tempo libero e altre esigenze dei lavoratori, e soprattutto il calo demografico sempre più evidente, rendono necessario per le aziende attrarre lavoratori da fuori zona».

Perché qualsiasi iniziativa in questa direzione possa avere successo, serve garantire alle persone servizi adeguati ai loro progetti di vita.

«Questo non solo per attrarre, ma anche per stabilizzare i lavoratori, creando un ambiente accogliente, cosa vantaggiosa sia per il lavoratore che per l’azienda in termini di crescita e sviluppo. Per rendere un territorio attrattivo, oltre ai vantaggi economici che può dare il lavoro in azienda, è necessario un sistema integrato che includa alloggi vicini al posto di lavoro, trasporti adeguati, servizi per la famiglia e una visione di inserimento sociale – prosegue il nuovo vicepresidente della Cciaa territoriale - purtroppo esiste anche una burocrazia complessa. Ad esempio, le pratiche per immigrati o lavoratori provenienti da fuori della nostra nazione e dell’Unione Europea non sono facili e scoraggiano le piccole aziende».

«Ma già oggi gli stranieri rappresentano una realtà e un’opportunità – osserva Giovanni Ciceri, presidente di Confcommercio Como - il problema dell’attrattività e inclusività non risiede tanto nella volontà degli imprenditori del turismo, perché già alcuni di loro stanno ristrutturando case per accogliere le maestranze e si impegnano a garantire un’accoglienza dignitosa sia per gli stranieri che per gli italiani».

Quanto alle difficoltà normative per l’accoglienza di lavoratori stranieri, grandi gruppi alberghieri si stanno attivando in questa direzione e questo fa immaginare che forse, in futuro, la normativa sarà snellita.

«Tuttavia, prima di fare scouting all’estero, dovremmo investire nell’educazione e nella formazione dei nostri giovani, adeguandoci ai tempi – conclude Ciceri riportando la questione sulla formazione professionale italiana - è cruciale dedicare tempo e risorse alla riorganizzazione e revisione dei programmi scolastici, confrontandoci con tutte le parti coinvolte: scuole, sindacati, imprenditori e rappresentanti del settore».

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