Economia / Olgiate e Bassa Comasca
Lunedì 24 Agosto 2020
I droni di Fitobiotech
per combattere
processionaria e bostrico
Gli interventi smart di bonifica messi a punto dalla startup con base a ComNext.Il fondatore, Mattia Romani: «Ci chiamano in tutta Italia, difficile il dialogo con gli enti pubblici ed è un problema»
La tecnologia e la natura che si guardano e parlano il medesimo linguaggio. Con questo approccio ha messo le radici a ComoNext Fitobiotech, che qui è arrivata due anni fa attraverso il bando della Camera di commercio. Nata nel 2017 e fondata da Mattia Romani per combattere in modo adeguato la diffusione della processionaria con droni e prodotti naturali, l’azienda oggi ha esteso gli ambiti di intervento. Questo sempre in un’ottica di attenzione agli equilibri della natura: con il cambiamento climatico, molti di questi sono saltati anche sul fronte degli infestanti.
Un esempio di recente attualità è il bostrico. «Ci stanno chiamando soprattutto i privati – spiega l’amministratore di Fitobiotech – e da tutt’Italia». Gli enti pubblici meno, e questo è un problema. Perché a parte il discorso culturale che c’è alla base di questo approccio, si presenta anche un lato concreto immediato: se le aree pubbliche restano infestate o vengono disinfettate in una maniera non corretta, si rischia di inficiare il lavoro nei giardini della zona. La startup realizza sistemi robotizzati come i droni, informatici e biotecnologici, per interventi di lotta agli infestanti in ambito agricolo, naturale e urbano in casi specifici. Non vende prodotti , ricorda Romani, fa interventi specifici. Il suo tesoro, e corteggiato anche all’estero, è il know how: «Prima del Covid, c’erano anche dei contatti, degli incarichi non contrattualizzati – precisa – con le amministrazioni locali, poi con quello che è successo le risorse sono state impiegate da altre parti. Per noi era un periodo importante per fare gli interventi sulla processionaria. Speriamo vada un po’ meglio quest’autunno». Tra l’altro, la società aveva e ha la possibilità di operare in regime di lockdown, considerando il codice Ateco. E sarebbe stato il caso di agire ancora di più, perché con l’esplosione della natura che si è registrata tramite il rallentamento delle attività umane, gli infestanti non si sono “riposati”. Dal suo ingresso in ComoNext, Fitobiotech è rimasta flessibile, con una ricca rete di collaboratori, agronomi e altri professionisti. Insieme, si lavora sulle tecnologie, che sono già precise, e sugli obiettivi da affrontare.
Quello più recente è appunto il bostrico. «Nemico assoluto dell’abete rosso – spiega Mattia Romani – in un mese ne tira già uno. Ad esempio ci sono parchi sospesi che hanno dovuto eliminarne. Se c’entra l’inquinamento? È la variazione della temperatura che fa crescere gli infestanti. Prendiamo la processionaria: in inverno le larve sopravvivono perché non ci sono le gelate, come una volta».
Questo toglie equilibrio alla natura, fa sparire o mette in pericolo essenze e incide anche su altri animali, inoltre comporta un problema di sicurezza. Con l’aumento del settore turistico a basso costo, quello anche di montagna tra picnic e sentieri, si presenta con ulteriore forza. Spesso con un comportamento sbagliato si corre il rischio di peggiorare le cose: «Ad esempio, noi diamo direttive come evitare di bruciare i nidi». Fitobiotech chiama e affida il compito al drone, ma appunto con prodotti naturali e sostenibili, non invasive sull’armonia della natura.
Ci sono soluzioni specifiche per i vari insetti, che vengono iniettate all’interno del nido. Con questo sistema si evita totalmente il contatto con il prodotto fitosaniario.
Stesso discorso di sicurezza per il bostrico, nei parchi sospesi appunto dove bisogna garantire al massimo la percorribilità senza rischi, ma non solo. O la Piralide del Bosso che danneggia sempre la pianta. Non mancano le richieste per altri interventi, come quelli su nidi di vespe e calabroni: anche in questo caso il vantaggio è descritto così: «Meno tempo per l’intervento e in sicurezza. In un minuto e mezzo il problema è risolto e si è evitata un’uscita ai vigili del fuoco».
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