«Progetto di azienda. Il Calcio Como guarda avanti, un modello è l’Atalanta»

Intervista a Marco Bellinazzo, giornalista del Sole 24Ore, esperto di calcio e finanza: «Scelta di respiro internazionale, mentre le società si trasformano in aziende»

«Oggi non si può pensare di fare calcio, gestire una società di alto livello dalla Serie B in su con una struttura manageriale fragile o incompleta.

È necessario che la parte sportiva e aziendale crescano di pari passo, attivando tutte le linee di business per rendere sostenibile quel progetto. Oggi ci sono gli strumenti per farlo e credo che, dai primi passi compiuti in questi anni, il Como abbia ben in mente che è questa la strada da seguire: dotarsi di un management qualificato a tutti i livelli, formandolo anche in prima persona».

Per Marco Bellinazzo, giornalista del Sole 24 Ore che si occupa di economia sportiva e, in particolare, dei “business” che ruotano intorno al mondo del calcio, la nuova proposta del Como 1907 va nella direzione che i club delle maggiori serie dovrebbero seguire e, anzi, potrebbe proprio tracciare un percorso in Italia ancora poco battuto, ma destinato a segnare il futuro.

Il club comasco, infatti, ha deciso di puntare su un nuovo progetto formativo destinato a futuri professionisti nel settore del business sportivo e che sognano una carriera nella sport industry. Al termine dei corsi, i cinque ragazzi più meritevoli avranno la possibilità di sostenere un colloquio con il club che, quindi, forma direttamente le proprie risorse interne per potenziare un settore ora strategico anche nel mondo del calcio.

Oggi le società di calcio sono vere e proprie aziende. Quando è iniziata questa trasformazione e a che punto è?

Negli ultimi anni si è accelerato il processo delle trasformazioni delle società di calcio in aziende, media company, con linee di business che hanno a che fare non solo con i canonici aspetti commerciali, legati al botteghino e la classica accoppiata biglietto e abbonamenti, ma anche con nuovi settori e nuovi ambiti. Devono essere società più strutturate al loro interno.

Questo significa dotarsi di management sempre più qualificato a tutti i livelli della catena gestionale. Ecco perché le società più strutturate negli ultimi anni hanno avviato un reclutamento di manager da svariati settori industriali per sviluppare queste liee, vere e proprie strutture di formazione per un manager moderno del calcio che conosca le peculiarità di questo tipo di azienda e le innovazioni fondamentali per stare sul mercato.

Quali sono gli esempi più virtuosi?

Il Real Madrid è un punto di riferimento, una delle società che ha una sua Academy che non solo forma calciatori e tecnici, ma anche manager che abbiano questo tipo di caratteristiche. In Italia l’iniziativa del Como è assolutamente da sottolineare, perché si innesta in questo percorso internazionale.

Nel nostro Paese, tendenzialmente, le società si appoggiano a tantissimi master, post laurea o corsi di formazione universitaria che sempre più prevedono una specializzazione in business management e in ambito digitale. Manca ancora un modello che preveda una struttura interna di formazione, ma è forse solo questione di tempo e anche in Italia assisteremo a fenomeni di questo tipo. Como è un punto di riferimento delle società di medio piccole dimensioni, per quanto abbia una proprietà ricchissima.

Perché gli Hartono hanno scelto proprio Como per il loro progetto?

Spesso è il mercato che offre in determinati momenti le opportunità. Il Como ha un grande vantaggio, essere un club che è associato al nome di una città molto nota nel mondo. Rappresenta un’opportunità d’investimento; acquistare questi club quando sono nelle serie minori, significa pagare un prezzo molto basso, investire in un percorso di risalita e creare un bene, un asset più prezioso laddove si arriva in Serie A ed è possibile fare un progetto legato allo stadio, al centro sportivo, fare del club un asset che può essere mantenuto o reimmesso sul mercato per essere magari rivenduto. Ora a Como sarà importante lavorare sullo stadio, creare un sistema virtuoso e sostenibile, poi dipende dalle ambizioni che la società ha in Serie A.

Qualche esempio in Italia c’è e non è nemmeno distante da Como.

In Italia c’è un club modello per tutti, l’Atalanta. Una realtà con un bacino d’utenza medio piccolo, ma grazie a una grande gestione sportiva e patrimoniale ha creato un modello capace in un tempo breve di vincere in campo, ottenere risultati importanti valorizzando un club che la famiglia Percassi acquistò nel 2010 e dopo poco più di un decennio ha ottenuto non solo utili per 160milioni, ma la valorizzazione del club che si avvicina al mezzo miliardo. Il management del Como non deve quindi guardare molto lontano. D. Col.

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