Il caso “Proposte”. «Accuse assurde e regole trasparenti»

Tessile L’intervento della fiera sulle recenti polemiche dopo la decisione di disdettare il contratto con Villa Erba. «I requisiti per l’ammissione sono chiari, è tutto online»

Botta e risposta. È subito arrivata la reazione di Alessandro Tessuto, Presidente di Proposte alle accuse lanciate sul nostro giornale da Davide Carlucci, fondatore e titolare della Tecnofinish di Cantù, azienda specializzata nel finissaggio dei tessuti per l’arredo che per la prima volta ha deciso di affittare uno spazio espositivo nel centro di Cernobbio, nel circuito del cosiddetto “Fuorisalone”.

In particolare è stata percepita da Tessuto come un vero e proprio attacco personale la critica in merito alla presenza del suo Gruppo a Parigi a Deco Off, ovvero il fuori fiera di Maison Objects. «La mia azienda partecipa a questa manifestazione perché raggruppa i più importanti editori tessili, un evento di nicchia a misura del mercato di alta gamma in cui operiamo. Maison Objets è una piattaforma più generalista dedicata ai professionisti del lifestyle in tutte le sue espressioni. Trovo quindi inaccettabile tanta agguerrita acredine nei miei confronti».

Il chiarimento

Sui criteri di accesso a Proposte, che secondo Carlucci «penalizzano aziende in attesa di entrare a Villa Erba da anni, sistematicamente ostracizzate per motivazioni non chiare» risponde il consiglio di amministrazione del salone per voce per direttore generale, Massimo Mosiello.

«La nostra procedura di ammissione è talmente trasparente che compare sul nostro sito internet. Solitamente, all’inizio di settembre, avviamo il processo di selezione durante il quale pubblichiamo in modo chiaro i requisiti che le imprese devono soddisfare per poter presentare la propria candidatura, incluso il regolamento generale. Ricordo che secondo statuto entrano nel mondo di Proposte solo produttori nei settori interessati, con collezioni originali e qualitativamente valide. Se ci sono società che attendono da anni è dovuto al fatto che non posseggono i titoli richiesti. La valutazione per l’ammissione tiene conto della progettualità espositiva e culturale all’interno della rassegna, al fine di garantire ai visitatori un’esperienza all’altezza del prestigio di una vetrina che richiama migliaia di buyer da ogni continente. Ciò non esclude la possibilità che al di fuori di Proposte ci siano aziende che soddisfano i requisiti e che sono anche state invitate a partecipare all’interno della fiera ufficiale, ma che hanno scelto di declinare il nostro invito».

Puntuale la replica di Mosiello a Carlucci anche “sul grigiore degli spazi dei padiglioni del polo cernobbiese, rispetto al contesto più flessibile e ricco in termini di servizi del “fuori”.

«Dubito però che il signore abbia mai visitato Proposte dove il plus della manifestazione, oltre a stand molto apprezzati per stile e accuratezza, sono proprio i servizi di altissimo livello assicurati dal team di Villa Erba».

L’identità

Sull’ipotesi, sempre ventilata dal titolare di Tecnofinish, di creare un’associazione per promuovere una rassegna autonoma nel caso Proposte fosse veramente determinata a lasciare Como «perché è il fascino del lago a determinare il successo dell’expo e non certo il contrario», Alessandro Tessuto commenta: «Villa Erba e il lago incarnano l’identità e il successo della rassegna, ma voglio essere presuntuoso e ritenere che l’impegno, la serietà e l’investimento della sua organizzazione, dei suoi imprenditori ed espositori hanno giocato in 31 edizioni un ruolo di primaria importanza. Non credo che le strutture del sistema turistico che finora hanno beneficiato dell’indotto generato dall’evento, sarebbero felici di perdere gran parte del Gotha del tessile arredo fedele a un brand ormai consolidato nel mondo».

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