
Economia / Como città
Mercoledì 12 Marzo 2025
Un altro colpo ai lavoratori frontalieri. Il colosso del fashion taglia 83 posti
La vertenza La sede Vf di Stabio ha annunciato la prossima riorganizzazione ai sindacati. Puglia (Ocst): «Disponibilità a un confronto con l’azienda per discutere un piano sociale»
Dopo gli 83 licenziamenti annunciati dalla Bioggio Pharma Manufacture Sa (la Bpm) - che proprio ieri ha ribadito al sindacato Ocst la volontà di cessare l’attività (almeno la metà i frontalieri coinvolti), accettando però di aprire un canale di dialogo con sindacato e lavoratori - dal Mendrisiotto giunge la notizia di altri possibili 80 licenziamenti da parte del colosso Vf, in quel di Stabio. Colosso nel campo della moda che andrà a riorganizzare le aree legate a brand di prestigio come The North Face, Vans, Timberland e Napapijri. La notizia è stata anticipata dal Corriere del Ticino ed ha trovato conferma attraverso le parole del vicesegretario cantonale di Ocst, Andrea Puglia.
Nuovo stabile
In buona sostanza entrambe le società che a Stabio fanno capo a Vf subiranno un processo di riorganizzazione, che inevitabilmente coinvolgerà anche in questo caso un alto numero di frontalieri, anche se la presenza a Stabio non è in alcun modo in discussione, anzi - come rimarcato in una nota - Vf continuerà ad assumere nelle aree non “impattate” dai tagli”.
In cantiere anche la costruzione di un nuovo stabile (autunno 2025). «Possiamo confermare che come Ocst siamo stati informati delle attuali dinamiche - fa sapere Andrea Puglia - aggiungo un altro dettaglio e cioè che per il personale ci sarà la possibilità di eleggere una Commissione interna, supportata dal sindacato, per aprire un tavolo di confronto con la direzione finalizzato a discutere un eventuale piano sociale. Piano che possa attutire l’impatto dei tagli. Il periodo di consultazione terminerà a metà aprile».
Secondo quanto rimarcato da Ocst, «la notizia era nell’aria, perché parlando con i dipendenti - che in questi ultimi mesi ci hanno cercato - questo calo del volume d’affari era percepibile». Peraltro, sempre alle poche informazioni filtrate, l’azienda, prima di avviare l’iter per questo licenziamento collettivo, «abbia già provveduto a ridurre l’organico, attraverso tagli mirati individuali attraverso risoluzioni consensuali proposte ai dipendenti».
L’input
Al momento sugli 80 licenziamenti previsti - l’azienda non è entrata nel dettaglio, comunicando al sindacato una forbice che va da un minimo a un massimo di licenziamenti - non è dato sapere quanti saranno i frontalieri coinvolti. «Vf ha ricevuto dall’America ha ricevuto l’input di liberare un determinato numero di risorse - fa notare ancora Andrea Puglia -. Per questo non conosciamo ancora i numeri esatti né i nominativi dei dipendenti interessati da questi tagli. È chiaro però che in Vf la stragrande maggioranza dei dipendenti sono frontalieri».
Dunque l’anno in Ticino è iniziato con queste due importanti e preoccupanti notizie di licenziamenti, che impattano su un numero rilevante di frontalieri, anche comaschi. Un campanello d’allarme che da tempo per motivi diversi - franco forte, rincari energetici e delle materie prime - sta suonando soprattutto nell’industria da un anno e mezzo a questa parte.
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