Il lavoro e i giovani. Nuovo dialogo tra scuola e imprese

Il convegno Il confronto al Teatro Sociale organizzato da Cometa con Confindustria Como. Il ministro Locatelli: «L’inclusione è un valore chiave»

«Dobbiamo immaginare l’inclusione come la piena partecipazione alla vita civile e sociale politica del nostro Paese e per farlo è fondamentale guardare alle potenzialità delle persone e non ai loro limiti». Alessandra Locatelli, ministro per le Disabilità e la famiglia, è intervenuta al Teatro Sociale per il convegno “Un lavoro per tutti” organizzato da Cometa e Confindustria Como e nato dal riconoscimento di un profondo cambiamento culturale che riguarda un’intera generazione. Il lavoro costituisce per i più giovani un nuovo paradigma esistenziale e tutti sono chiamati a confrontarsi con questa nuova visione.

Introdotta da Alessandro Mele, presidente di Cometa Formazione, la ministra Locatelli ha aggiunto: «In Italia ci sono 13 milioni di persone che hanno una difficoltà temporanea a interagire con l’ambiente, è questa la definizione di disabilità. Significa che tutti noi siamo coinvolti in diversa misura».

Responsabilità

C’è quindi una responsabilità comune nel garantire a tutti le stesse opportunità, da qui il senso del convegno che chiama a una estesa alleanza tra imprese, scuole, agenzie formative, famiglie e naturalmente i giovani, loro, i protagonisti del lavoro del futuro.

«Lo sforzo – ha proseguito il ministro Locatelli - sta nel costruire un nuovo percorso, capire quali sono i talenti e le competenze di qualsiasi persona e poi far sì che questi corrispondano alla mansione che si può trovare più adatta. Magari creare anche un accompagnamento che faciliti questo passaggio. Oggi la disoccupazione in Italia si aggira intorno al 6%, ma per le persone con disabilità sale al 20% e per la disabilità intellettiva al 70%. Quindi c’è ancora molto da fare per capire che ogni persona ha il suo valore e a tutti possiamo dare un’occasione».

In apertura di serata Erasmo Figini, fondatore di Cometa, e Francesco Pizzagalli, vicepresidente vicario di Confindustria Como, hanno presentato le finalità di un convegno che è l’inizio di una collaborazione sulla base di due principi: «il lavoro non è una condanna, ma uno strumento di realizzazione della persona» ha detto Figini, ripreso da Pizzagalli perché: «le aziende non sono soggetti economici con una responsabilità sociale ma sono soggetti sociali con una responsabilità economica. Con questo approccio le imprese oggi devono affrontare un tema fondamentale: il capitale umano. Su questo valore si basa il loro futuro».

Economia e società

Si sono quindi alleate Confindustria Como e Cometa per promuovere un nuovo confronto tra imprese e scuola e invitato tutti i soggetti, dalle istituzioni alle famiglie, a costruire sinergie attorno al tema del lavoro, cruciale per l’economia certamente, ma ancora di più per la coesione sociale.

Prima della tavola rotonda, il monologo dell’attore Marco Cavalcoli tratto da “Il denaro” di Charles Pèguy ha celebrato il valore del lavoro: «una sedia doveva essere ben fatta. Era naturale, era inteso, non occorreva che fosse ben fatta per il salario o per il padrone, né per gli intenditori, né per clienti del padrone. Doveva essere ben fatta di per sé (…) era il lavoro in sé che doveva essere ben fatto». Uno spirito e una dedizione che ricorda, in tempi più recenti, l’ultimo film di Wim Wenders, “Perfect Days”, evocato da Diego Minonzio, direttore di questo giornale, che ha condotto la tavola rotonda a tre voci con Sandro Veronesi, presidente di Oniverse, Marco Bentivogli, coordinatore nazionale di Base Italia, e Julián Carrón, teologo, già presidente di Comunione e Liberazione che ha invitato a non avere paura. «Un cambiamento epocale come quello attuale è un’occasione, può essere un momento di crescita e di valore per tutti, le difficoltà diventano opportunità» purché ci sia una lettura comune dei fenomeni.

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