Il modello Centergross per il tessile distretto lariano. «Decisivo fare sistema»

Abbigliamento A Bologna la più grandearea commerciale B2Bdel Pronto Moda«A manca una regia»

In parallelo alla fashion week milanese, a Bologna è andato in scena il più importante evento del Pronto Moda, settore che alimenta gran parte del fatturato di molte aziende tessili lariane. Alessandro Nardone, communication manager comasco di Centergross, spiega che l’obiettivo di questo evento è dare visibilità e favorire l’internazionalizzazione delle piccole imprese del settore, proponendosi come alternativa sostenibile al fast fashion. «Il Festival è il risultato di una strategia che Centergross porta avanti da tre anni, grazie al presidente Scandellari e a un team altamente qualificato. Con il supporto di Ice, Cna Federmoda e il nostro marketing automation, abbiamo attratto 150 nuovi buyer, rendendo l’evento un appuntamento chiave nel calendario della moda italiana».

A margine della presentazione delle nuove collezioni A/I 2024-25, si è svolto un convegno sulle sfide che stanno ridefinendo il settore: il rallentamento della domanda e la concorrenza di chi produce in Paesi che non rispettano i principi della sostenibilità. «Quest’ultima ha un impatto ancora più devastante della crisi dei consumi- evidenzia il manager - non colpisce solo la produzione, ma anche il commercio, penalizzando i piccoli negozi multibrand, che devono competere con le grandi catene monobrand e l’e-commerce, spesso privo di regole. Per rilanciare l’industria dell’abbigliamento programmato, con oltre 15mila imprese e 65mila addetti, servono investimenti strategici e politiche che proteggano l’intera filiera del Made in Italy, dalla produzione alla distribuzione, fino al consumatore finale».

Ma cosa differenzia il Pronto Moda dal fast fashion dal punto di vista della sostenibilità? «Le aziende di Centergross si distinguono per un modello “pull”, che risponde alla domanda reale del mercato, riducendo sprechi e scorte e adattandosi rapidamente alle esigenze dei consumatori. Al contrario, il fast fashion usa un modello “push”, producendo enormi volumi in paesi dove spesso vengono violati diritti umani e ambientali. Il Pronto Moda, invece, valorizza la filiera corta e il Made in Italy minimizzando l’impatto ambientale e garantendo prodotti accessibili, sostenibil e di alta qualità. Un modello di business virtuoso che, grazie alla Regione Emilia Romagna e a Bologna Città Metropolitana, puntiamo a certificare per farne un marchio di qualità e sostenibilità».

Nardone auspica una sempre maggior collaborazione tra i due distretti: «Bologna e Como sono entrambe protagoniste nella storia della seta. Esistono molte ragioni per cui i brand moda di Centergross – che sono oltre quattrocento - e i produttori lariani possano collaborare e fare business insieme in modo sempre più continuativo e proficuo. In un mercato globale dominato da grandi player, le Pmi possono assicurarsi un futuro solo facendo sistema ed elaborando strategie comuni per restare competitive».

Forte dell’esperienza maturata con Centergross, il manager lancia poi qualche idea per promuovere il Made in Como.

«Il nostro modello ha dimostrato come una strategia condivisa possa portare a risultati significativi. Como deve ragionare come un distretto unito, con una cabina di regia comune che coordini azioni e strategie, imprese e istituzioni. Un grande evento, che coniughi tessile e turismo business, potrebbe fungere da catalizzatore per far emergere le eccellenze del distretto a livello globale. È cruciale creare sinergie tra le imprese e attrarre buyer e media italiani ed esteri, proprio come abbiamo fatto a Bologna».

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