Il ritorno della cravatta. Vero valore aggiunto è il disegno fatto a mano

A Como il caso di Ivana Ortelli che vanta collaborazioni con brand storici come “E. Marinella”

Il ritorno della cravatta nell’abbigliamento maschile premia anche il disegno fatto a mano “made in Como”.

I grandi brand e gruppi della confezione investono nell’eccellenza artigianale del territorio per avere un prodotto personalizzato, più orientato alla qualità che alla quantità, al gusto personale che all’omologazione come spiega Ivana Ortelli, titolare dello studio “Espressione Italiana”.

La designer, che vanta nel suo portfolio clienti cravattai storici come “E.Marinella”, ha realizzato una serie di disegni tutti hand made per un brand leader nell’accessorio presente a Pitti Uomo, la più importante fiera del menswear di scena a Firenze.

«È finito il tempo in cui si indossava la cravatta per acquisire o affermare uno stato sociale e quindi il nodo rientrava nel concetto di divisa: questo complemento ha compiuto un passaggio diventando espressione del proprio essere, di look ad alto tasso di glamour, originale e inaspettato anche nel guardaroba femminile».

Da qui la ricerca dei produttori di motivi particolari che si richiamano anche all’arte, disegni unici per pezzi da collezione da tenere in armadio, da tramandare di generazione in generazione.

«Solo a Como - evidenzia Ortelli - si possono trovare studi che offrono questo servizio. Io lavoro da più di quarant’anni nel settore e non ho mai abbandonato la tradizione del disegno fatto a mano anche quando è esploso il digitale ed era tutto un copia e incolla Non nascondo che questa testardaggine mi è costata, ci sono stati momenti difficili, ma ho tenuto duro grazie a tanta passione e adesso mi si aprono nuove opportunità. Quest’anno lancerò una mia collezione di cravatte, foulard e sciarpe molto preziose, con fantasie opere d’arte, ideali da abbinare sopra i capispalla, abiti o per outfits speciali. Dopo l’esperienza di converter voglio lanciarmi in una nuova avventura forte della lunga esperienza maturata nel mondo dell’abbigliamento».

La designer aggiunge: «Ho fiducia nel futuro perché è cambiata la narrazione dei lavori legati al craftmanship. Di recente anche il signor Armani ha dichiarato che dobbiamo preservare la nostra artigianalità per rappresentare al meglio il made in Italy: una scelta che oggi viene apprezzata e alla quale danno sempre più valore i grandi nomi del fashion».

Ivana Ortelli solleva poi un problema che riguarda molti altri colleghi. «Il lavoro artigianale oggi è raro e pochi lo vogliono fare, soprattutto i giovani. Dobbiamo aiutare la scuola a coltivare nuovi talenti magari con un approccio diverso: anziché imporre un disegno, una volta apprese le nozioni tecniche meglio che diano libero sfogo alla loro creatività, che deve arricchirsi continuamente. Se ti viene chiesto un motivo barocco non puoi limitarti a una ricerca superficiale su internet ma studiare a fondo questo movimento che ha coinvolto tutte le forme d’arte, dalla pittura all’architettura, alla letteratura. I ragazzi devono crescere con la consapevolezza che bisogna sviluppare una solida base culturale prima di immergersi in qualsiasi attività».

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