
Economia / Como città
Mercoledì 30 Aprile 2025
Il turismo di Como fa scuola in Ticino
«Lario più attrattivo, anche se piove»
Il dibattito Max Perucchi, vicepresidente di Hotelleriesuisse, indica l’area lariana come modello. «Vivaci commercio e ristorazione, ma non si deve puntare agli avanzi dell’overtourism lariano»
Pur non potendo contare sul “fattore Clooney” il turismo ticinese guarda con sempre maggiore attenzione a ciò che accade in riva al Lario. Questo uno dei dati salienti emersi durante l’assemblea generale di Hotelleriesuisse Ticino, che si è tenuta lunedì, dove la presidente Sonja Frey ha preso in esame il “modello Como” anche in virtù dei negozi e dei ristoranti sempre aperti, «con o senza pioggia», sul nostro lato del confine durante i fine settimana e così a Pasqua. Al contrario di quanto accade in Ticino. Argomento di grande interesse che abbiamo declinato con Max Perucchi, vicepresidente di Hotelleriesuisse Ticino e direttore dell’hotel “La Meridiana” di Ascona.
Meteo
«È chiaro al netto del meteo, che rappresenta una variabile fondamentale, se si vuole aumentare l’attrattività della nostra regione, in ottica anche di una destagionalizzazione dell’offerta, è importante che si compia un passo avanti anche per quel che concerne il commercio e i negozi. Avere alberghi aperti e negozi o in generale attività commerciali chiuse non giova alla causa - le parole di Max Perucchi -. In questo sicuramente Como e in generale le località turistiche d’oltrefrontiera rappresentano un modello che ben si sposa con quell’offerta a 360 gradi che fa il bene del turismo. Il vostro territorio può dunque disporre di un’offerta più ampia e variegata rispetto al Ticino. Ciò detto Como obiettivamente è un modello a sé, che può contare su molti fattori, a cominciare da quello rappresentato da George Clooney e così da vip e personaggi importanti che di anno in anno scelgono il lago per una vacanza o per acquistare lussuose dimore vista lago».
La strategia
In ottica destagionalizzazione, il Ticino chiede aiuto alla politica, senza il cui supporto è difficile pensare di poter tenere aperti gli alberghi tutto l’anno, ricordando in questo contesto le limitazioni di giorni e orari per le aperture domenicali dei negozi. «I turisti devono venire in Ticino per le peculiarità che il nostro territorio offre. Non è certo quello di “catturare” una parte dell’overtourism con cui sta facendo i conti il lago di Como l’obiettivo che dobbiamo perseguire», conferma Max Perucchi, respingendo così al mittente la proposta avanzata dall’ex presidente di Hotelleriesuisse Ticino, Lorenzo Pianezzi. Dunque i punti a sfavore dei mesi clou della stagione turistica, ormai dietro l’angolo, connessi entrambi al franco forte e che il vicepresidente di Hotelleriesuisse Ticino così sintetizza. «Se da un lato il franco forte rende il nostro Cantone e in generale la Svizzera ulteriormente cari, dall’altro amplifica le possibilità per i turisti svizzeri di rivolgersi all’estero - le sue parole -. Resta un punto però che fa da spartiacque per il destino della stagione turistica, vale a dire il meteo. E il fine settimana di Pasqua da poco archiviato ce lo ha dimostrato».
Tra gli obiettivi di Hotelleriesuisse Ticino figura aumentare il peso politico dell’Associazione (come emerso all’interno di un sondaggio tra oltre 140 associati) e così guardare alla formazione per assicurarsi negli anni a venire personale qualificato. E in questo contesto rischiano di pesare anche i 400 permessi “G” in meno con cui hotellerie e ristorazione ticinese hanno dovuto fare i conti dal debutto del nuovo accordo fiscale tra Svizzera e Italia in poi.
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