In Ticino aumenta il salario minimo. Da dicembre partirà da venti franchi

La misura Il Governo introduce la nuova forbice: l’importo cresce di cinquanta centesimi. Il provvedimento interessa anche seimila frontalieri, la sperimentazione era partita nel 2021

A partire dal primo dicembre il Ticino ha tutte le carte in regole per applicare la terza forbice relativa al salario minimo, che parte da un minimo di 20 sino ad un massimo di 20,50 franchi all’ora. Un tema sensibile che riguarda circa seimila frontalieri e che ieri in una lunga nota il Governo ticinese ha perimetrato in ogni suo dettaglio, ricordando che ad oggi sono solo cinque (Ticino incluso) i Cantoni che hanno introdotto il salario minimo.

Particolare

Il Ticino in particolare ha introdotto il salario minimo dal 1° gennaio 2021. Due gli step sin qui conclusi, vale a dire tra 19 e 19.50 franchi all’ora entro il 31 dicembre 2021, tra 19.50 e 20 franchi all’ora entro il 31 dicembre 2023. Ora l’ultimo passaggio, che il Governo ticinese ha ufficialmente avallato. «Dallo studio non emergono effetti particolari tali da impedire l’entrata in vigore della forchetta definitiva - si legge nella nota di Palazzo delle Orsoline -. Per poterne comprendere l’impatto a medio e lungo termine, sarà comunque necessario continuare a monitorare l’evoluzione del mercato del lavoro e dei salari». In prospettiva - secondo il Governo cantonale - «sarà importante effettuare ulteriori collegamenti tra le diverse banche dati disponibili – anche alla luce di nuovi dati statistici – così da poter analizzare in maniera ancora più approfondita le dinamiche su tutte le forchette salariali, tenendo anche debitamente conto dell’eterogeneità dei diversi comparti economici».

Supporto

A supporto della tesi e cioè dell’opportunità che in un mercato del lavoro stretto tra dumping salariale e minor attrattività a seguito dell’entrata in vigore del nuovo accordo fiscale occorra garantire l’ultimo ritocco al rialzo per quel che concerne il salario minimo, il Consiglio di Stato ticinese ha rimarcato come questo ultimo step da 20 a 20,50 franchi l’ora a partire dal 1° dicembre abbia tutto il supporto possibile (anche) dei numeri raccolti in questi anni di sperimentazione. Questo in virtù del fatto che l’Ispettorato del lavoro ha controllato 8700 aziende, per un totale di circa 47 mila lavoratori. Considerando che in Ticino – escludendo i settori dotati di contratti collettivi di lavoro (Ccl), le aziende individuali, il settore agricolo e la pubblica amministrazione – sono attive circa 12 mila aziende (in base ai dati della Segreteria di Stato dell’Economia), nei primi due anni è stato controllato più del 70% delle aziende assoggettate alla legge.

«A fronte di questo importante numero di verifiche, si rileva un tasso di infrazioni molto contenuto, che si attesta attorno al 3%, di cui un’importante quota è da ricondursi a errori di calcolo», la sottolineatura del Governo cantonale. Da qui la richiesta, che dovrà transitare in Gran Consiglio, «di procedere con l’ultima tappa di adeguamento fissando la forchetta definitiva del salario minimo, passando dalla forchetta attualmente in vigore compresa tra 19.50 e 20 franchi a una forchetta tra 20 e 20.50 franchi all’ora, in vigore il 1° dicembre».

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