Insubria, il nuovo vertice: «Il futuro di Como passa dall’università»

Università La neorettrice Maria Pierro e il prorettore Umberto Piarulli: «Da via Castelnuovo alla Ticosa: quanti progetti per il polo comasco»

Dopo le prime fortissime emozioni per il risultato ottenuto e le centinaia di messaggi ricevuti, Maria Pierro e Umberto Piarulli, rispettivamente neoeletti rettrice e prorettore dell’Università dell’Insubria, iniziano ad affacciarsi sul loro futuro.

Saranno loro a guidare l’ateneo per i prossimi sei anni e il momento ora è molto importante, quello in cui si inizia a prendere consapevolezza di ciò che è accaduto e ciò che verrà, anche se molto è da scoprire strada facendo.

La mission

Gli obiettivi sembrano però chiari a entrambi e fin da subito si è percepita la volontà di lavorare fianco a fianco e di essere presenti in tutte le sedi dell’università, incluse quelle comasche con cui sia Pierro che Piarulli hanno un forte legame. Mercoledì pomeriggio erano presenti insieme in via Valleggio, dopo alcuni incontri istituzionali in città. «Il consenso raccolto è stato davvero importante – hanno sottolineato -. In questi giorni stiamo prendendo coscienza. Entrambi abbiamo grande esperienza di gestione, tutti e due siamo stati direttore vicario e direttore di dipartimento, strutture ovviamente più piccole ma con problematiche simili. Oggi (mercoledì, ndr) abbiamo avuto i primi appuntamenti e contatti a Como, teniamo particolarmente a questa città. Ci occuperemo dell’ateneo in tutte le sue sedi».

Pierro ha abitato a Como per 25 anni, ha sposato un comasco e le sue figlie sono cresciute qui, conosce dunque bene la realtà e sa come muoversi per instaurare rapporti con gli enti locali. «L’ateneo di Como meno importante di quello di Varese? Speriamo di superare quanto prima questa percezione – evidenzia la rettrice -. Nei fatti non è così. È vero che qui ci sono tre dipartimenti e a Varese cinque, ma è comunque una sede equiparata a tutti gli effetti. Essendo stati direttori di dipartimento, abbiamo vissuto l’università e quindi siamo consapevoli di punti di forza e criticità, che vanno affrontate tempestivamente in un ordine di preferenza e priorità che devono essere rispettate: strutturali e dell’edilizia, poi il piano strategico e verificare quello che possiamo fare sulla base del bilancio».

Le priorità

Per quanto riguarda Como, le priorità sono sistemare la sede di via Castelnuovo, l’aula magna che diventerà l’auditorium più importante della città, la mensa a prezzi convenzionati. C’è l’intenzione di attivare quanto prima a Sant’Abbondio un bar ristoro, magari aperto anche al pubblico esterno così da garantire un ritorno sicuro per chi lo gestirà. Uno sguardo anche ai parcheggi, con la possibilità in futuro di attivare una convenzione per gli studenti nei rinnovati spazi della Ticosa, così come in altre aree vicine. In generale, la sfida è riportare il tema dell’università al centro del presente e soprattutto del futuro della città.

«La vocazione turistica rischia di fagocitare la dimensione universitaria per i prezzi e le condizioni non favorevoli – rimarcano Pierro e Piarulli - se Como vuole creare sinergie importanti e diventare una città universitaria, bisogna stare attenti anche a questi aspetti, il sindaco ne è consapevole. Abbiamo un buon numero di persone che vengono da fuori per studiare qui».

Il dialogo sarà al centro del loro mandato. «Noi lo abbiamo messo alla base di qualunque nostra scelta – rimarca la prorettrice -. la nostra porta è sempre aperta e lo sarà sempre con docenti, personale tecnico e studenti. Siamo pronti ad accogliere ogni suggerimento, ogni critica purché motivata e farne tesoro. Dal dialogo abbiamo individuato gran parte degli obiettivi, il confronto sarà continuo con tutti i livelli della comunità accademica». «La mia è una porta a vetri, si entra senza problemi – aggiunge Piarulli -. Gli studenti sono interessati ad avere un dialogo. Ci siamo incontrati più volte con il consiglio generale degli studenti e anche loro promuovevano questo dialogo, bisognerà mantenere il contatto con loro».

Come sarà l’Insubria tra sei anni? «La vedo in fortissima crescita e con un importante profilo internazionale – le parole di Pierro -. Una ricerca di eccellenza che già c’è sia per le materie scientifiche sperimentali che di base, ma anche umanistiche e giuridiche. Abbiamo docenti eccellenti a servizio della collettività; credo che l’università sarà ben consolidata a livello sia nazionale che internazionale, lavoreremo per questo». E conclude la prima rettrice della storia dell’Insubria: «La focalizzazione sul genere non mi appassiona, preferisco la scelta sulle competenze, qualità e passioni. Però aver raggiunto questo obiettivo anche essendo donna aggiunge un plus, la rende ancora più preziosa come conquista».

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