Sviluppo sostenibile: l’Insubria protagonista nel ranking nazionale degli atenei

Transizione green Diciottesima a livello nazionale, quarta in Lombardia. Le migliori performance dell’ateneo su riduzione delle disuguaglianze e innovazione

Ridurre la propria impronta carbonica per guidare il cambiamento sostenibile ed essere da esempio sul territorio, sia verso la collettività che le scuole. L’Università dell’Insubria è presente per il terzo anno consecutivo nella classifica “The Impact Ranking 2024”, continuando a perseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile 2030 e dimostrando il suo impegno nell’affrontare le sfide globali più urgenti, come la sostenibilità ambientale, l’inclusione sociale e la crescita economica.

La classifica

Si tratta di una classifica stilata dal Times Higher Education che valuta le azioni e le risorse investite dagli atenei per raggiungere i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdg) proposti nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, misurandone l’impatto sociale e il contributo allo sviluppo sostenibile. Ogni obiettivo viene valutato attraverso una serie di parametri e indicatori calibrati per fornire confronti completi ed equilibrati in quattro aree: ricerca, amministrazione, sensibilizzazione e insegnamento.

Nell’edizione 2024, l’Università dell’Insubria si colloca nel range 601-800 a livello mondiale su 2.152 atenei partecipanti, 18esima tra le italiane, quarta tra quelle lombarde, e ha presentato dati su 14 obiettivi di sviluppo sostenibile. Analizzando le classifiche, l’ateneo ottiene il miglior risultato nel Sdg 10 - Riduzione delle disuguaglianze, posizionandosi nel range 101-200 a livello mondiale, ottava tra le italiane. Questo obiettivo valuta come le università affrontano la riduzione delle disuguaglianze, concentrandosi sulle politiche antidiscriminazione e sull’impegno nel reclutamento di personale e studenti da gruppi sottorappresentati. Il secondo miglior risultato è nel Sdg 9 - Industria, innovazione e infrastrutture, dove l’Insubria si classifica nel range 201-300: l’obiettivo valuta come le università guidano l’innovazione attraverso investimenti e collaborazioni con l’industria. Infine, il terzo miglior risultato è stato raggiunto nel Sdg 8 - Lavoro dignitoso e crescita economica, che riguarda la promozione dell’incremento economico inclusivo e sostenibile, dell’occupazione e del lavoro dignitoso per tutti.

Le misurazioni

«Stiamo lavorando sul sistema di misurazione dell’efficacia delle misure sostenibili, che hanno un ruolo di primo piano – rimarca Elena Maggi, delegata del rettore alla sostenibilità - in Italia esiste una rete di università per lo sviluppo sostenibile, con le quali è stato costruito un tavolo tecnico volto ad aiutare gli atenei a trovare degli indicatori efficaci per verificare le azioni politiche di sostenibilità. Quanto sto contribuendo allo sviluppo sostenibile? Stiamo investendo bene le nostre risorse? Sono efficaci? A livello nazionale noi siamo stati individuati per sperimentare un nuovo asset di indicatori. Sono tre i ranking principali: noi partecipiamo al QS Sustainability Ranking che va a misurare gli obiettivi dell’Agenda Onu e si basa sulla capacità di creare rete sul territorio per l’ottenimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Valuta più che altro l’impatto sociale e quanto la governance riesca a essere efficace». E aggiunge: «Quest’anno siamo arrivati a metà della graduatoria a livello mondiale con 95 Paesi diversi, siamo sulla giusta strada. La nostra forza si basa su una didattica che sensibilizza gli studenti con seminari, ma anche la cittadinanza e le scuole facendo diverse pratiche che siano da esempio per la collettività, quindi un forte rapporto con il territorio. L’altro ranking è quello del Times Higher Education, che guarda a tutto tondo con un capitolo specifico sull’università».

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