Jill dopo Melania
First lady testimonial
della seta comasca

La moglie di Biden vestiva Oscar de La Renta nella serata della vittoria: stoffa nera con fiori ricamati. E non è la prima volta: tanti i suoi look made in Como

Fuori (salvo improbabili colpi di scena) Melania Trump, il made in Como potrà contare su un’altra special ambassador alla Casa Bianca. Jill Biden, già osservata speciale in fatto di look, è spesso apparsa in mise con fiori stampati su seta, oggi come ieri segno distintivo dell’arte tessile lariana.

Floreale l’abito nero impreziosito da petali colorati scelto per la sera della vittoria: un modello di Oscar De La Renta che vestì Jackie Kennedy, Hillary Clinton e Nancy Regan. Noto il lungo sodalizio del grande couturier con le eccellenze tessili del distretto, un forte legame mantenuto dalla maison anche dopo la scomparsa del fondatore, nel 2014.

«Il 90% delle sete usate dal marchio è prodotta a Como» dichiara Francesco Gentili, uno tra più autorevoli partner della griffe americana.

In primo piano dappertutto

In un momento di profonda crisi come l’attuale, il fatto che una primadonna sovraesposta su magazine, siti e tv, possa diventare ambasciatrice di uno stile ravvivato da colorati imprimé è sicuramente incoraggiante. È noto infatti che tra gli effetti collaterali delle nuove figure femminili sulla scena politica internazionale c’è quello di diventare copiatissime icone di costume. Vedi l’uscente Melania, che però rappresentava uno stile da passerella, sorretto da una femminilità sprezzante. Jill, che tra l’altro ha anche origini italiane (i genitori di suo nonno paterno erano emigrati con lui dalla Sicilia all’inizio del Novecento, quando il bimbo aveva solo 2 anni) potrebbe far molta presa sul vasto pubblico di lavoratrici che mantengono il loro ruolo in famiglia. Bene quindi la sua passione per le fantasie: splendido l’abito floreale Dolce e Gabbana indossato da Mrs Biden in occasione dell’ultimo dibattito tra il consorte e Donald Trump. E la sua marcata predilezione per la seta: vedi il vestito di raso firmato Gabriela Hearst con cui Jill è apparsa al confronto del 29 settembre.

Anche il tailleur bianco della nuova vice presidente Kamala Harris, omaggio alle suffragette, era ingentilito da una camicia di satin di seta, con ampio fiocco.Il passaggio di consegne alla White House potrebbe quindi segnare una certa continuità, almeno “sul filo d’oro”. Sia sul fronte femminile, che maschile.

I comaschi hanno sicuramente apprezzato le cravatte ben annodate del prossimo presidente a stelle e strisce. Per guarire le ferite di un Paese lacerato dalle divisioni, Joe Biden ha impresso una prima svolta d’immagine: nodo azzurro che abbraccia i democratici, più rassicurante e in linea con i tempi per i quali il rosso Covid di Trump appare del tutto fuori luogo.

Cravatta da rossa a blu

Un ritorno al passato visto, che la cravatta blu l’aveva già indossata Barak Obama nei primi giorni da presidente. Quella rossa invece da George Bush. I primi a sdoganare il red furono gli yuppies degli anni Ottanta, spregiudicati e vincenti. Fino ad allora questa tonalità era considerata orrore da evitare: troppo accesa, troppo voyant, troppo poco ortodossa. Non per Donald, che invece ne ha fatto una bandiera, il segno di una leadership forte e aggressiva.

Con Biden, l’esigenza di cambiamento vira adesso nuovamente al blu, simbolo di rispettabilità ed educazione. Al collo dei due candidati, l’accessorio principe del guardaroba maschile è in ogni caso tornato in primo piano, dopo che tanti premier l’avevano privato della sua storia e della sua eleganza.

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