La Seterie Argenti alla fiera di Londra. «La nostra collezione tutta green»

Tessile L’azienda conferma la brusca frenata del mercato con una flessione degli ordini del 30%: «Tra i giovani cresce l’attenzione ai prodotti sostenibili, i nostri fornitori sono tutti certificati»

È a Londra, che ha stabilito un piano ambizioso per diventare una delle città più verdi e smart del mondo, che si svolgerà il 25 e 26 giugno Future Fabric Expo, la più importante fiera sulla sostenibilità. Tra i partner Louis Vuitton, Fashion for Good, Laudes Foundation:

«Saremo l’unica azienda comasca presente con la nostra collezione Argenti Green, composta da un centinaio di campioni tutti realizzati con materiali sostenibili», dichiara Michele Viganò alla guida con la sorella Cristina delle Seterie Argenti, storica realtà del distretto tessile comasco che oggi crea, produce e vende nel mondo circa 2 milioni di metri l’anno di tessuti per abbigliamento donna Contemporanea e per il Lusso.

La produzione spazia dai tessuti uniti con innovativi finissaggi, agli jacquards tinti in filo, alla stampa con tecnica sia tradizionale che digitale. In gran parte sostenibili.

«Quando si parla di settore tessile, oggi, è impossibile non parlare di tracciabilità, considerata da tutti i marchi imprescindibile, anche quelli della grande distribuzione storicamente tra i più inquinanti. L’impegno da parte delle imprese della filiera serica è un dato di fatto e sta portando in concreto a dei risultati tangibili».

Argenti crede nel rispetto dell’ecosistema tramite l’aumento delle produzioni consapevoli. Per la produzione dei tessuti si rivolge a fornitori di materie prime e lavorazioni che possano garantire il rispetto delle più importanti normative eco-sostenibili ed etiche del settore.

«Oggi anche le basi che importiamo sono certificate - evidenzia l’imprenditore- Pure in Estremo Oriente, la più grande fabbrica tessile del mondo, si stano sperimentando soluzioni a basso impatto». C’è però un problema di fondo che è quello dei costi. Produrre in modo ecologico e proporre tessuti innovativi significa offrire sul mercato prodotti più impegnativi e più cari. Com’è la risposta del mercato?

«I segnali positivi non mancano anche perché sono gli stessi consumatori, soprattutto i giovani, a premere in questa direzione - evidenzia Viganò che aggiunge - nei momenti di recessione come l’attuale, il cammino verso la transizione ecologica appare ancora più in salita diventa ancora più difficile, ma non può essere interrotto».

Il brusco rallentamento degli ordini ha interessato anche Argenti. «Il calo è in linea con la media del distretto, intorno al 30%, ed è trasversale in tutte le fasce di prodotto - conferma Viganò -. Comprensibile nelle tipologie che si rivolgono al target medio, fortemente declassato, che spende sempre meno. Di difficile lettura invece la brusca contrazione del lusso nelle principali aree di sbocco del nostro export. Tengono ancora Stati Uniti e alcuni Paesi dell’Estremo Oriente».

Anche l’industriale non vede a breve l’uscita dal tunnel, anche se nelle ultime settimane si avverte qualche timido segnale positivo. «Qualcosa si muove nella donna a livello di grandi gruppi della confezione come Inditex. Evidentemente chi si trova con minor potere di spesa si rivolge alla grande distribuzione che propone capi più economici».

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