L’assessore Mazzali: «Overtourism? Sul Lago di Como non c’è»
Workshop A Lariofiere la prima delle due giornate dedicate allo sviluppo del settore turistico
«Due giornate importanti, un’occasione per conoscere, progettare e disegnare insieme il turismo che vorremmo, ma al tempo stesso rappresentano un’opportunità per celebrare il valore di uno straordinario territorio grazie anche all’impegno, privato e pubblico, di chi ha contribuito e contribuisce a rendere la nostra destinazione tra le più prestigiose a livello internazionale» ha esordito Giuseppe Rasella vicepresidente della Camera di Commercio Como-Lecco in apertura delle Giornate del Turismo del Lago di Como a Lariofiere. «Da località poco conosciuta a brand mondiale, non siamo arrivati qui per caso, ma grazie al sistema economico legato al turismo e agli enti locali che hanno ci hanno creduto con determinazione e capacità, e hanno portato avanti un sistema di promozione che ha funzionato, poi c’è anche la fortuna, ma il territorio ha colto l’opportunità e ha lavorato in questa direzione» ha sottolineato Alessandro Fermi assessore regionale all’Università, Ricerca e Innovazione.
Giorgio Zappa consigliere delegato del Comune di Erba ha evidenziato l’«importanza di lavorare in modo aggregato per promuovere tutto il territorio». Giovanni Cattaneo assessore al turismo del Comune di Lecco ha messo in luce l’importanza dei dati: «Bisogna conoscere meglio i numeri per capire quello che sta accadendo, il sistema attuale non funziona in questo senso, ognuno si organizza in modo autonomo, la richiesta che vi faccio è quella di condividere i dati».
«Andrò in controtendenza nel sottolineare ancora una volta che l’overtourism qui non esiste – ha dichiarato Barbara Mazzali assessore al Turismo, Moda, Design, Marketing Territoriale e Grandi Eventi di Regione Lombardia - Nei primi otto mesi del 2024 le province di Como e Lecco hanno registrato complessivamente 4,3 milioni di presenze turistiche: 3,4 milioni a Como di queste solo il 24% nel capoluogo; e quasi 950mila a Lecco, solo il 17,5% in città. Sono le aree interne e lacustri a trainare la crescita del comparto. Ci sono luoghi iconici in ogni parte del mondo e su quelli non ci sarà mai la possibilità di spalmare il flusso turistico, turisti che si mettono in fila per vedere Bellagio come avviene per il Louvre o gli Uffizi».
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