Lavoro ai migranti e volontariato. Dodici aziende a colazione con don Giusto

La scelta è quella di trovarsi di prima mattina, intorno a un tavolo, nell’oratorio della parrocchia di Rebbio, «perché siamo tutte persone impegnate nel lavoro, ma con la voglia di restituire al territorio».

La specificazione arriva insieme al caffè e serve a chiarire cosa ci facciano intorno allo stesso tavolo i rappresentanti di alcune aziende comasche, i referenti di Confindustria e i volontari di “Rebbio solidale”, rappresentati da Mario Cappelletti e don Giusto della Valle. A spiegarlo è Luca Rumi, di IRaise srl, che ha collaborato sia con la parrocchia che con Confindustria per promuovere l’incontro-colazione.

L’obiettivo messo sul tavolo è quello di condividere responsabilità e impegni nella gestione di un tema che tocca da vicino tutta l’area comasca: la promozione di percorsi di inclusione lavorativa per le tante persone migranti che arrivano sul territorio. «Siamo una città di frontiera che deve fare i conti con l’arrivo di tanti migranti in cerca di lavoro - spiega don Giusto - La politica migratoria in Italia è cieca: le cooperative che ospitano queste persone non hanno l’obbligo di fare scuola, assistenza psicologica o formazione professionale. Su questo si può lavorare insieme». La richiesta di aiuto è rafforzata dall’invito fatto da Caterina Salemme, referente dell’area sostenibilità di Confindustria che ha spiegato l’importanza basilare di «creare connessioni» a partire dall’Accordo di comunità, strumento messo in campo da Confindustria per fare da ponte tra realtà profit e no-profit. «Nell’ambito delle opportunità di collaborazione con la Parrocchia di Rebbio – dichiara Francesco Pizzagalli, vicepresidente vicario di Confindustria Como con delega alla sostenibilità - , quelle che riguardano la formazione e l’inserimento lavorativo di giovani migranti accolti nel nostro territorio sono fondamentale sia per le nostre aziende che per la coesione sociale. Attraverso gli Accordi di Comunità, infatti, si genera un circolo virtuoso di creazione di valore dato che, più il contesto socio-economico-ambientale è prospero e sostenibile, più lo sono le aziende del territorio e viceversa».

Le possibili strategie di collaborazione, secondo don Giusto, devono partire da corsi di formazione professionale «brevie con certificati di frequenza e di sicurezza». L’altro tema citato per favorire l’inclusione è quello della casa. Anche su questo punto aziende e organizzazioni di volontariato possono fare molto insieme. L’esempio fatto durante l’incontro è quello dell’immobile di via Ennodio, a Rebbio, donato da un imprenditore svizzero, oggi utilizzato per progetti di housing sociale ma che ha bisogno di donazioni per sostenerne le spese di ristrutturazione, come tante altre case vuote presenti sul territorio.

Welfare aziendale e volontariato aziendale sono due delle tre vie proposte, (insieme alle donazioni), alle aziende coinvolte nella colazione organizzata da Confindustria e Rebbio solidale Odv.

Il volontariato aziendale consiste nel coinvolgimento dei dipendenti, in orario di lavoro, in attività di volontariato per favorire l’integrazione con persone migranti.

Le realtà presenti all’incontro: Lechler, Uniweb, Arken, Rivauto, Stamperia di Cassina Rizzardi, Fasac, Gentili Mosconi, Acinque, Ance, Moretti srl, Cattaneo impianti, Hilton lake Como, Ali agenzia per il lavoro e Fondazione Comasca.

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