Manifattura in crisi. La produzione
perde quota: -3,7%

La congiuntura L’allarme di Confartigianato Como anche sulle difficoltà incontrate dal settore meccanico

«La nostra meccanica ha sempre dimostrato una grande capacità di adattamento, ma oggi deve confrontarsi con costi energetici elevati e una domanda in calo», ha detto Francesco Magni, presidente del settore manifatturiero di Confartigianato Imprese Como, di fronte a un bilancio 2024 che ha visto per la produzione una generale contrazione della produzione, nel 2024 del 3,7% rispetto al 2023.

Sullo sfondo, la crisi della Germania ha trascinato verso il segno negativo anche l’export, sceso per il settore dell’8,5% nel 2024, con una flessione più accentuata proprio nei mercati dell’Europa con -6,3%, in gran parte un segno meno dovuto alla mancata ricettività del mercato tedesco.

«Per restare competitivi – ha continuato – serve una strategia che sostenga l’innovazione e la crescita delle imprese, aiutandole a superare questa fase di incertezza».

Secondo l’elaborazione dell’Ufficio studi di Confartigianato su dati Istat, nel 2024 il comparto della meccanica ha registrato una riduzione della produzione per tutti i sottosettori: nei macchinari e impianti (-4,8%), nella metallurgia e nei prodotti in metallo (-4,6%) e nei mezzi di trasporto (-11,3%).

I fattori specifici della crisi sono da ricercarsi certamente in un quadro generale negativo, ma più in particolare il settore dei macchinari risente della diminuzione della domanda di beni di investimento a causa della stretta monetaria, della recessione in Germania e delle incertezze nel settore automobilistico durante la transizione alla mobilità elettrica.

Guerra commerciale

Inoltre, il settore è esposto ai rischi di una guerra commerciale scatenata dai dazi Usa. Gli Stati Uniti sono il primo mercato per i macchinari, gli articoli sportivi e gli articoli di coltelleria e posateria del Made in Italy, con vendite pari a 8.894 milioni di euro nel 2023. Eventuali dazi sui prodotti finiti in acciaio metterebbero a rischio l’export verso uno dei Paesi di riferimento.

Ma quella che sembra una fase acuta della crisi è stata preceduta, per le imprese artigiane, da una progressiva riduzione delle aziende: nel triennio 2021-2024 si è assistito a un calo dello stock di imprese dell’8,8%, con una perdita di 21mila imprese, di cui oltre 10mila artigiane. Nel 2024, il settore della meccanica ha perso 85 milioni di euro al giorno. In particolare, nei primi undici mesi del 2024, le imprese della meccanica hanno subito una perdita di ricavi pari a 85 milioni di euro al giorno. A seguito di questi fattori, a dicembre 2024 si è registrato un peggioramento dell’attività, con un calo congiunturale della produzione del 5,6% per la metallurgia e i metalli, del 4,6% nei mezzi di trasporto e del 2,5% nei macchinari. Nel 2024, la produzione è diminuita dell’11,3% nei mezzi di trasporto, del 4,8% nei macchinari e del 4,6% nella metallurgia e metalli.

L’impatto sul mondo del lavoro è stato una riduzione del 14% delle assunzioni rispetto a quelle previste nel trimestre gennaio-marzo 2025.

Piccole aziende

Proprio perché il settore della meccanica è caratterizzato da una diffusa presenza di micro e piccole imprese e da una forte vocazione artigiana, la crisi del comparto ha delle ricadute sui territori iperspecializzati nella produzione meccanica che possono risentire maggiormente del ciclo sfavorevole del settore.

Le proposte di Confartigianato per il rilancio sono l’adozione di misure mirate per accompagnare il settore manifatturiero verso la ripresa, con incentivi per l’innovazione, il sostegno all’internazionalizzazione e politiche energetiche più favorevoli.

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