Mascherine di Como
Superati tutti i test,
ora c’è la certificazione

«Il coronavirus non ci ha fermato, ma ha cambiato il nostro modo di confrontarci e di reagire ad un problema che nessuno di noi avrebbe mai pensato di affrontare. La necessità di trovare una pronta risposta ci ha spinto a reinventarci, a studiare e metterci in gioco». Simone Canclini alla guida dell’omonimo Gruppo, player italiano del tessile con base a Guanzate, non è nuovo ad operazioni commerciali in grado di dare slancio alla produzione nei momenti di difficoltà o rallentamento del mercato.

L’accordo

Grazie a un patto di collaborazione con altre due aziende lombarde, Flenghi Divise 1947e Fraizzoli 1925, è riuscito a convertire parte delle linee produttive per rispondere all’emergenza sanitaria scatenata dal Covid-19. «Ieri abbiamo ottenuto parere favorevole a produrre e commercializzare mascherine chirurgiche certificate da parte dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss)- spiega l’industriale - Non è stato facile, sia a livello burocratico sia a causa della scarsità della materia prima ideale, il Tnt Meltblown già raro prima della pandemia e divenuto ormai introvabile da inizio marzo».

I momenti più difficili, Canclini come altre aziende comasche ne sono un esempio, possono rappresentare un’opportunità. «Perdersi d’animo non è nella nostra natura - dice con orgoglio Canclini - Mi sono confrontato con gli altri colleghi per trovare il miglior mix di materiali creando un dispositivo medico capace davvero di proteggerci. Un prodotto 100% Made in Italy e quindi garantito da elevati standard che evita importazioni di dubbia qualità e con certificazioni non idonee».

La composizione

La mascherina, è costituita di 3 strati, lato bocca in misto cotone elasticizzato, dall’alto potere filtrante trattato con un particolare finissaggio che lo rende completamente idrorepellente accoppiato con due strati di Tnt 100% polipropilene. Questa stratificazione ha permesso di superare tutti i test richiesti.

«La nostra ricerca si è focalizzata su materiali di utilizzo quotidiano, prodotti dalla nostra filiera e non d’importazione con tutti i ritardi o addirittura le mancate consegne che la stessa comporta, quando la situazione richiede invece risposte immediate. Oggi siamo quindi in grado di fornire questi presidi medici in tempi veloci anche alle strutture sanitarie».