Maxi incentivo per stabilizzare il lavoro. «Misura tampone». Imprese prudenti

Il dibattito Interesse delle aziende per la misura del governo, ma preoccupano i tempi di attuazione. Taborelli scettico: «Ci serviva altro»

Bene, per le imprese, che si introducano maxi incentivi per assumere a tempo indeterminato, ma il mondo della manifattura, dal tessile al legno, è già nella prospettiva di consolidare il personale che è qualificato, competente e quindi prezioso. Per le aziende del famoso “made in Italy” serve altro: formazione, attrattività verso i mestieri del saper fare e buste paga più consistenti. «Come tessitura, i nostri 160 dipendenti sono per la grande maggioranza assunti con contratto a tempo indeterminato e non potrebbe essere altrimenti: le competenze richieste nel tessile hanno bisogno di tempo per essere apprese, non possiamo permetterci di perdere una persona e di avere un frequente ricambio. Si tratta di professionalità qualificate non facilmente sostituibili ed è per questo che nel nostro settore si tendono avere contratti stabili – spiega Andrea Taborelli, ad di Tessitura Serica A.M. Taborelli che conta cinque stabilimenti in provincia di Como - impieghiamo sempre del tempo per insegnare un mestiere a chi sceglie di venire a lavorare con noi per cui, una volta che le persone hanno imparato, ci riteniamo stretti i collaboratori».

Una misura più utilmente efficace sarebbe stata rendere il lavoro nei diversi settori manifatturieri attraente dal punto di vista economico e non solo. «Per favorire i dipendenti si potrebbe intervenire con un abbassamento della pressione fiscale – suggerisce Taborelli – mentre sulla formazione si tratta di incentivare ancora gli Ets e investire in formazione».

L’opportunità

La direzione indicata dal Governo, anche se temporanea e parziale, è in qualche modo quella giusta e la deduzione del 120% per le assunzioni a tempo indeterminato era già attesa dalle imprese.

«A inizio anno abbiamo assunto quattro persone con un tempo determinato e ora che l’agevolazione per le conferme a tempo indeterminato è arrivata vedremo di sfruttarla il più possibile – aggiunge Claudio Canobbio per Arredamenti Canobbio, azienda del legno di Fenegrò con 12 dipendenti – in questo momento gli ordini sono positivi e il vero problema è che purtroppo non si trova la manodopera necessaria. Per selezionare le persone che stiamo inserendo abbiamo dovuto cercare a lungo. Quindi le agevolazioni sono un ottimo strumento per aiutare le imprese a strutturarsi anche con il personale in numero adeguato, ma si tratta di una misura temporanea e, per noi, il nodo della questione occupazionale è da un’altra parte».

Turismo, ristorazione e anche grande distribuzione e commercio sono quindi i settori dove si immagina l’agevolazione troverà maggiore applicazione. «Meglio tardi che mai: questa misura doveva partire con la legge di bilancio di dicembre. Quindi è positivo che sia stata attivata e, fortunatamente, si può applicare retroattivamente anche alle azioni intraprese a partire dal 1º gennaio 2024 – è la considerazione di Ivano Brambilla, segretario Cna Lario Brianza - va detto, però, che non si tratta di una soluzione definitiva. Le nostre imprese devono l’affrontare la stagione turistica con il personale disponibile. Fino ad oggi, la norma, pur esistente, non era ancora stata ufficializzata e definita, quindi alcune opportunità di assunzione e di risparmio sui costi si sono perse. Probabilmente, ora che la norma è definitiva ed effettiva, ci sarà uno slancio più deciso».

Gli ostacoli

Si prevedono però delle difficoltà normative ulteriori, inoltre è in qualche modo paradossale che l’incentivo per il tempo indeterminato sia a tempo determinato: copre un periodo applicativo tra settembre e dicembre 2025. «L’auspicio è che ci sia poi un consolidamento: le imprese richiedono chiarezza rispetto a eventuali agevolazioni e incentivazioni che in questo momento non si possono garantire – spiega Giuseppe Contino, responsabile Area Lavoro per Confartigianato Como - inoltre esiste una criticità sostanziale: l’agevolazione contributiva, per essere tale, deve ottenere l’approvazione da Bruxelles. E l’esperienza insegna che il via libera spesso arriva con notevole ritardo, costringendo le imprese a non poter programmare assunzioni con certezza».

© RIPRODUZIONE RISERVATA