Moncler in quota. Il super evento nelle Alpi francesi

Fashion La pista dell’altiporto di Courchevel a 2.008 metri trasformata in una passerella per la collezione Grenoble. Ruffini: «Il sogno deve accompagnarsi al rigore aziendale»

Moncler sempre più in alto: dopo le vette di Saint Moritz il marchio ha trasformato in una vera e propria passerella a 2.008 metri la pista d’atterraggio dell’Altiporto di Courchevel.

Gli inviti erano stampati su biglietti aerei, c’erano tabelloni con gli orari di partenza per le più iconiche località sciistiche, gate d’ingresso al parterre, tutto firmato con l’inconfondibile logo nei colori della bandiera francese.Quasi per magia, è cominciato anche a nevicare.

Le star

L’anteprima della collezione Grenoble Autunno/Inverno 2025 è stato così uno spettacolo nello spettacolo, il set di un kolossal hollywoodiano con luci boreali, veicoli che disegnavano luminose traiettorie sulla pista con a bordo modelli e modelle che hanno sfilato davanti a star amiche del brand come Adrien Brody, Vincent Cassel, Jessica Chastain, Joaquin Furriel, Anne Hathaway. E tra gli invitati avvolti in mantelle bianche, anche Leonardo Di Caprio che non si è concesso al photocall. Unico rappresentante della politica presente, Matteo Renzi con la moglie Agnese Landini.

A far da colonna sonora un’orchestra sinfonica con violini e percussioni che ha eseguito dal vivo raffinate composizioni, amplificando la meraviglia del momento.

Grazie alla sua capacità di spaziare in differenti campi artistici, Remo Ruffini (presidente e amministratore delegato di Moncler) non solo ha regalato ai presenti all’evento un’esperienza indimenticabile, ma ha fatto volare il marchio verso un nuovo concetto di lusso, sartorial tech.

Dietro i 140 look una rigorosa ricerca su materiali, lavorazioni a maglia, tecniche innovative, trattamenti dei tessuti, lavorazioni artigianali, fino ai ricami e alle decorazioni più sofisticate.

Il risultato? Una collezione che sfida le convenzioni dell’abbigliamento da montagna ispirandosi al mondo della sartoria. Eleganza e raffinatezza si incontrano con la competenza tecnica, dando vita a capi impeccabili nello stile e formidabili sulle piste e fuori dalle piste.

«L’altitudine è la nostra attitudine - ha spiegato Remo Ruffini alla fine dello spettacolare fashion show - l’alto per quel che riguarda la qualità del prodotto è il nostro mantra, come l’unicità. Abbiamo una fabbrica e un centro ricerche di proprietà che lavora solo su Grenoble e ha costruito i capi della nuova collezione, quasi impossibili da produrre, ma questa è la forza della marca».

Ruffini ha poi spiegato la sua strategia vincente in un momento di grande sofferenza per il mondo del lusso.

«In uno scenario di mercato complesso il sogno che ci deve essere perché serve a creare sempre nuove storie deve andare a braccetto con un grande rigore per mantenere in salute l’azienda. Detto questo siamo sempre vicini al consumatore, siamo riusciti a creare un rapporto con le micro community che stanno crescendo tantissimo, specialmente negli Stati Uniti».

La location

La scelta di Courchevel, dove il brand ha già due negozi monomarca, è nata dall’esigenza di posizionarsi in mete iconiche per il proprio target. «E la stazione francese potrebbe essere il luogo ideale per aprire una boutique interamente dedicata al mondo Moncler Grenoble, come anche Aspen e Niseko in Giappone dove vorremmo essere presenti e in tanti altri luoghi più piccoli ma frequentati da una clientela alto spendente che ama lo sci».

Interrogato sul recente risiko degli stilisti che sta cambiando le mappe del fashion system, il visionario imprenditore comasco ha risposto «Le aziende come le nostre hanno un direttore creativo, noi non ce l’abbiamo. Preferiamo lavorare con il team interno che si occupa di tutto: prodotto, collezione, contenuti».

Del resto nel panorama internazionale, Ruffini è considerato non solo lo stratega ma anche il genio creativo di Moncler.

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