«Negli alberghi fine d’anno da pienone»

La crescita del turismo Positivo il bilancio di Luca Leoni che guarda a un’attività sempre più destagionalizzata. «È importante continuare a investire: l’obiettivo è migliorare sempre, e proporre un’offerta di qualità elevata»

«Ottimi i risultati per le strutture aperte in queste vacanze natalizie – ha detto Luca Leoni per Federalberghi Como – ed è un segnale anche per il futuro, per una più decisa destagionalizzazione con ricadute positive sia per dare continuità al lavoro nel turismo sia per calmierare i picchi di flusso in alta stagione».

Cartina tornasole per l’impatto del numero di visitatori sul lago sono le code ai battelli della Navigazione che si sono formate anche nelle giornate più tiepide di questo Natale. È stato apprezzato lo sforzo di lasciare a disposizione dei battelli anche in questo periodo, si è trattato in qualche modo di una ulteriore grande prova in vista di una stagione turistica più lunga, che potrà prolungarsi fino al 6 gennaio per tutto il Lario dove le strutture, soprattutto in centro e alto lago, sono state perlopiù chiuse.

Ma anche gli hotel che hanno seguito il tradizionale periodo di riposo non sono stati a guardare. «La filosofia del mondo alberghiero e in particolare di quello lariano è di continuare a investire perché chi si ferma è perduto – è la massima di Luca Leoni – in particolare sui nostri territori dove importanti brand dell’ospitalità stanno investendo in nuove strutture. Le diverse famiglie comasche che gestiscono i loro hotel su lago riescono, inverno dopo inverno, a migliorare sempre più i loro spazi e le camere per rispondere alle crescenti esigenze della clientela. In questo senso gli alberghi della nostra zona sono, ognuno per la sua categoria, mediamente di alto livello rispetto ad altre zone in Italia e rappresentiamo un’eccellenza. Prova ne sono i premi che valorizzano sempre più spesso la ricettività del Lario».

Così le strutture che sono rimaste chiuse in queste vacanze natalizie si stanno preparando per la riapertura a marzo. Si tratta in particolare del centro e alto lago perché gli hotel di Como e in parte del primo bacino hanno invece prolungato l’ottimo autunno restando aperti, per circa il 40% di loro, durante queste festività, premiati da un buon afflusso di turisti.

«Tutto questo non fa che confermare le ottime previsioni di quella che sarà la stagione 2024 – aggiunge il presidente di Federalberghi Como – in vista della data di svolta per il futuro dell’accoglienza sul lago che è rappresentata dalle olimpiadi invernali del 2026». Con una posizione baricentrica tra Milano e la Valtellina, dal Lario ci si aspetta un cambio di prospettiva nei confronti dei periodi di apertura, portando le ville e i giardini del lago a immaginare eventi e occasioni di attrazione anche in stagioni inconsuete, e creando un circolo virtuoso tra ricettività e servizi che possa rendere appetibile l’offerta comasca anche in inverno. La destagionalizzazione delle proposte è utile sia per stemperare i picchi di turismo dei fine settimana di alta stagione, sia per organizzare diversamente il lavoro nel turismo.

Con aperture lunghe una decina di mesi all’anno e un solo periodo di chiusura tra gennaio e febbraio, si potrà anche dare concretezza al lavoro in hotel e ristoranti a tempo indeterminato, abbandonando progressivamente il sistema stagionale che non dà sufficienti garanzie di continuità.

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