Passione artigiana. «Così possiamo attrarre i giovani»

Confartigianato L’assemblea generale a Lariofiere. Paolo Crepet: «Paura di un futuro dove nessuno sa usare le mani»

«Passione, creatività, sacrificio, orgoglio» sono i valori del mestiere artigiano richiamati con forza da Roberto Galli, presidente di Confartigianato Imprese Como, in apertura dell’assemblea generale dell’associazione, ieri sera a Lariofiere, dal titolo “Attrazione artigiana. L’impegno di appassionarsi”.

«Noi diamo forma ai sogni» ha proseguito Galli nell’indicare alle imprese artigiane una missione precisa: aprire le porte delle aziende alle persone, ai giovani, per renderli partecipi di quello che è un mondo del lavoro generativo di talento, creatività, autonomia, connessioni con la comunità e con il territorio. Luogo di valori che permangono, pur nell’innovazione, e come tali offrono un ancoraggio in un presente evanescente e per un futuro incerto.

Le aspettative

Tutto questo è proprio quello che ricercano le nuove generazioni che non pongono più la buona remunerazione al primo posto delle loro aspettative, che pure le attività artigiane possono assicurare. I ragazzi e le ragazze ambiscono a trovare un significato nel loro fare e desiderano una quota di flessibilità per provare a conciliare la vita con il lavoro.

In Italia le imprese artigiane sono un milione e 300mila, una rete che attraversa i Paese e che impiega più di 3 milioni di persone, quasi il 10% della forza lavoro complessiva.

Consapevoli del dovere di rispondere alle istanze delle aziende, l’invito all’Assemblea è di provare ad avviare un cambiamento per diventare un punto di riferimento per le persone, soprattutto per i giovani perché possano rintracciare nelle attività artigiane quei valori che qui sono rappresentati.

Di come ingaggiare la nuova generazione nella suggestione possibile dei mestieri del fare ha trattato Paolo Crepet, sociologo, scrittore, psichiatra ma soprattutto grande narratore di come i legami familiari e sociali possano sostenere le nuove generazioni, oppure affossarle nelle loro ambizioni e sogni.

«Non avete paura di un futuro dove nessuno sa più utilizzare le mani? Io voglio un futuro di persone che si incontrano – ha raccontato Paolo Crepet - quando a Steve Jobs chiedevano dov’è la creatività diceva che è negli incontri non programmati, nella capacità di sviluppare innovazione in modo estemporaneo – ha raccontato – parliamo di questo in un momento difficile, quel mondo ora è arrivato all’Intelligenza Artificiale. Ripete, non inventa, l’opposto: il pericolo è grande. Siamo caduti in un grande inganno: qualcuno ci ha detto che il futuro deve essere comodo e noi ci abbiamo creduto. Ci siamo ricaduti, i ragazzi in comfort zone, a vent’anni, non si può accettare. Non ci deve essere niente di comodo. Se si sta scomodi vengono le idee. Dobbiamo inventarci un futuro scomodo, non vuol dire come i nostri bisnonni, ma non stare fermi, farsi venire le idee, dare forma ai sogni» innovare appunto. Mentre ci si trova davanti a un invecchiamento della popolazione che innova, i giovani hanno spento la loro creatività e Paolo Crepet indica come responsabile di questo ripiegamento proprio la rivoluzione digitale che li ha investiti e condizionati.

I fondamenti del mestiere

È invece proprio la creatività, la fantasia e la determinazione a perseguire i sogni i fondamenti del mestiere artigiano, come ha sottolineato nei saluti di apertura della serata Marco Granelli, presidente di Confartigianato Imprese, seguiti da quelli di Carlo Piccinato, segretario generale di Confartigianato Imprese Lombardia che ha sottolineato il valore del lavoro di squadra che è l’obiettivo dell’associazionismo: «la sfida che sentiamo con maggiore urgenza oggi è condurre nel futuro i nuovi imprenditori giovani verso un terreno ignoto» ha detto.

«La passione motiva ad impegnarsi – ha aggiunto Alberto Caramel, segretario generale Confartigianato Imprese Como – ed è proprio questo aspetto della cultura artigiana che desideriamo venga trasmesso ai giovani per attrarli verso le imprese»

Sempre sul tema cardine dei giovani e di come attrarli al lavoro artigianale si è soffermato Alessandro Fermi, assessore all’Università, Ricerca, Innovazione di Regione Lombardia: «Il lavoro è all’ottavo posto negli interessi, nelle preoccupazioni ma anche ambizioni dei ragazzi, mentre nelle generazioni precedenti il lavoro era un mantra costante. È un problema culturale, che richiede un racconto puntuale ed efficace della passione per il lavoro – ha specificato – c’è poi una progressiva mancanza di allineamento tra scuola e mercato del lavoro alla quale si spera che possa porre in parte rimedio l’introduzione degli Its».

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