Pausa sigaretta al lavoro. Costa alle aziende come 12 giorni di ferie

Il dibattito Una ricerca svizzera: chi lavora in azienda e si allontana per la classica pausa sigaretta (senza timbrare) a conti fatti usufruisce di due settimane e mezzo (lavorative) di ferie in più rispetto ai colleghi non fumatori. Cosa ne pensate?

Nel Paese che per antonomasia rappresenta il paradigma di precisione e puntualità c’è persino chi è arrivato a calcolare un dato statistico che in men che non si dica ha aperto un ampio dibattito nella vicina Confederazione (e non solo). Questo in virtù del fatto che un portale elvetico - “SnusMarkt” - ha fatto sapere con tutta l’enfasi del caso che chi lavora in azienda e si allontana per la classica pausa sigaretta (senza timbrare) a conti fatti usufruisce di due settimane e mezzo (lavorative) di ferie in più rispetto ai colleghi non fumatori, vale a dire 12 giorni l’anno. Un “gruzzoletto” davvero niente male.

Lo stesso portale rossocrociato - che fa capo ad un’azienda svedese che vende “snus” ovvero tabacco umido che viene tenuto in bocca - si è però affrettato a rimarcare come per non creare problemi sul posto di lavoro diversi fumatori accorciano la pausa pranzo per non far arrabbiare i colleghi.

La notizia è stata ripresa anche dall’agenzia di stampa svizzera Keystone che ha fatto notare come il 41% degli intervistati (il campione rappresentativo è stato pari a 500 lavoratori sopra i 18 anni) - ha apertamente confessato di lasciare il posto di lavoro, temporaneamente s’intende - per fumare l’agognata sigaretta almeno 2-3 volte al giorno. C’è poi chi, non potendone fare a meno, arriva anche a 4-5 (brevi) pause giornaliere per fumare, senza passare ovviamente dal timbro. A livello di tempistiche, il 47% (dunque quasi un lavoratore su due) è in pausa per 6-10 minuti, un terzo per un tempo massimo pari ad un quarto d’ora. All’agenzia Keystone il portavoce di SnusMarkt - portale rossocrociato che grazie a questo report ha riscosso un’improvvisa e importante popolarità - ha fatto sapere che «se una persona abbandona il posto di lavoro almeno tre volte al giorno per più di dieci minuti per fumare può sembrare poco. Se si calcola su un’intera settimana lavorativa il dipendente lavora due ore e mezza in meno». Il tutto si traduce poi «in un aumento delle vacanze e del tempo libero».

Da capire ora - alla luce di questo report - cosa ne penseranno le Associazioni datoriali, fermo restando che più di un lavoratore su due tra quelli intervistati ha ammesso di dover fare i conti «con reazioni negative da parte dei colleghi a causa del rapporto con le sigarette». Quanto al rapporto tra la vicina Confederazione e le sigarette, circa una persona su sei (16,1%) della popolazione svizzera fuma con cadenza quotidiana. La percentuale di fumatori su base quotidiana è leggermente superiore tra gli uomini rispetto alle donne. La media di sigarette consumate nell’arco di ventiquattro ore si è attestata - in base all’ultimo report - tra le 13 e le 14 sempre con gli uomini in netto vantaggio sul gentil sesso.

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