Per Young è un’edizione record. A Lariofiere oltre 25mila visitatori
Mai tanto pubblico al Salone dell’Orientamento e cresce l’interesse delle aziende. Il presidente Dadati: «Una manifestazione eccezionale, risultati al di sopra delle aspettative»
Young, è l’anno dei record. Sono stati oltre 25mila in tre giorni gli ingressi al salone di Lariofiere dedicato all’orientamento per i ragazzi di scuole medie, superiori e post diploma. Numeri che non si erano mai registrati prima e che fanno sorridere gli organizzatori, a dimostrazione di quanto l’appuntamento sia importante per il territorio.
La rete
«Una manifestazione eccezionale, abbiamo raggiunto risultati oltre le aspettative – ha commentato ieri Fabio Dadati, presidente di Lariofiere -. È l’anno che è andato meglio rispetto al passato. C’è stata grande soddisfazione sia da parte delle famiglie e degli studenti, che delle scuole, aziende e istituzioni. I convegni sono risultati molto interessanti, hanno dato un valore in termini di contenuti e non solo per le visite. L’orientamento ha svolto il suo compito. Hanno partecipato sia aziende private che forze dell’ordine, per farsi conoscere e spiegare che opportunità di lavoro ci sono. Un’occasione per loro d’incontrare i futuri collaboratori, lo stesso vale per le università». E ha concluso: «L’evento sta vivendo un’evoluzione, prima era legato solo all’orientamento dalle scuole medie alle superiori e poi università, ora invece è presente anche il mondo del lavoro per rispondere a un’esigenza complessiva. È bello vedere che per una cosa così importante ci sia tanto interesse, vuol dire che il territorio risponde bene e fa guardare al futuro con ottimismo».
Tema di quest’anno era “attrarre, trattenere, far crescere e motivare i giovani nel mondo del lavoro”: fin dal convegno inaugurale si è parlato della difficoltà delle aziende di trovare personale, problema che va a toccare tutti i settori. Ecco perché occasioni come Young sono fondamentali, per far incontrare domanda e offerta. «Essere qui permette di fare network con le altre aziende, bene o male siamo tutti sul territorio - ha spiegato Andrea Lixi, coproprietario e amministratore delegato di Zelando -. Il problema che colpisce tutti è quello del personale, tutti gli stand lamentano che non hanno ragazzi. Questa occasione è importante, dà la possibilità di parlare direttamente agli studenti attraverso incontri di 40/45 minuti. Noi in azienda abbiamo sviluppatori, grafici, designer di interfaccia, comunicazione e marketing: facciamo formazione in azienda, ma chi arriva deve avere almeno una base. Cerchiamo non solo ragazzi, ma anche adulti e persone che già magari lavorano e vogliono cambiare percorso».
I giovani
Il futuro è dei giovani, agli adulti spetta il compito di stimolarli e invogliarli: questo il messaggio che vuole lanciare anche Beppe Giussani, di Elettrosystem, con sede a Barzago. «Iniziative come questa riescono a raggruppare in due o tre giorni il mondo scolastico – conferma Giussani -. I ragazzi hanno l’occasione di toccare con mano le possibilità sul loro futuro e fare esperienze dirette. Noi partiamo già dalle scuole medie per indirizzarli a una formazione tecnica e professionale: gli studenti vengono in azienda e vedono come funziona. Forse bisognerebbe fare un biennio superiore con materie allargate e poi dar loro la possibilità di decidere, quando sono più consapevoli». E ha aggiunto: «La carenza di personale è notevole e sarà il problema dei prossimi vent’anni, c’è un buco generazionale importante e il sistema educativo ha delle pecche. Non c’è più l’educazione del fare fatica per arrivare al risultato che dia grandi soddisfazioni. Un’azienda, per vivere, deve fare i soldi: i soldi però non sono il fine, ma il mezzo per far stare bene chi lavora lì e aiutare il territorio».
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