Piano Transizione 5.0. Ordini congelati
in attesa del decreto

Investimenti Le attese delle imprese meccanotessili. Crimella (Tecnoteam): «Fiducia, attività diversificata». Salvadè (Acimit): «L’abbigliamento in profonda crisi»

«Sono ottimista: il nostro core business è la produzione di macchine per il tessile, ma come azienda meccano-tessile costruiamo anche per settori analoghi, in una differenziazione che ci ha aiutati a mantenere i numeri del nostro bilancio 2023 in linea con quelli del 2022». Graziano Crimella, titolare dell’azienda Tecnoteam, 50 dipendenti con sede a Lomazzo, è impegnato nella costruzione di impianti a tecnologia avanzata 5.0 per i propri clienti e pensa che i nuovi incentivi in arrivo legati al Pnrr abbiano diversi spazi di utilizzo in un tessile che non è solo moda e arredo, due categorie che a livello globale stanno soffrendo una crisi di ordini.

L’imprenditore ricorda che rientra nel tessile anche il geotessile per i lavori su strada, la produzione di pannolini per bambini, le reti per l’agricoltura e tutta quella gamma di tessile tecnico con infinite applicazioni, categorie non investite dalla crisi che attraversa complessivamente la moda e l’arredo. Crisi di cui comunque «aziende importanti che trattano il lusso – aggiunge Crimella – ne risentono di meno, come osservo in quarant’anni durante i quali di crisi ne ho viste tante».

Le riserve sugli incentivi del Piano Transizione 5.0 non mancano: «Per noi costruttori il Piano 5.0 è una buona opportunità, ma resta per ora l’impressione che utilizzarla non sarà agevole come lo è stato il Piano Industria 4.0, un incentivo davvero importante. Il 5.0 richiede studi di fattibiltà decisamente maggiori, noi ci stiamo provando e avendo un ufficio tecnico importante riteniamo di poter dare un supporto al cliente e di riuscire a garantire il rispetto degli standard richiesti per il 5.0. Ma per quanto riguarda le anticipazioni sui contenuti degli aiuti di Stato i parametri non sono chiarissimi, ciò che conosciamo è un po’ farraginoso, spero non ne esca una cosa sempre un po’ all’italiana in cui ci si inserisce per scoprire poi di non avere le caratteristiche per farlo».

Il calendario

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 2 marzo il Piano 5.0 è in teoria aperto ma di fatto fermo perché mancano i decreti attuativi, attesi a giorni. «Da un lato la misura è retroattiva dall’1 gennaio 2024, ma è anche vero che ha un termine di utilizzo molto stretto che scade a fine dicembre 2025. Si sono persi sei mesi su due anni e non è detto che per questo sia concesso uno slittamento in avanti», afferma Marco Salvadè, imprenditore comasco del settore e presidente di Acimit che associa 178 produttori nazionali di macchine tessili. Delle associate Acimit 20 sono lariane, di cui 16 comasche.

Le previsioni

«Ho poca fiducia sull’utilizzo dell’incentivo – afferma Salvadè – sia per l’appiattimento sugli ordini che attraversa il tessile moda e arredo, sia perché c’è un ritardo sui chiarimenti che il Governo deve dare, sia, soprattutto, perché il cliente è poco propenso ad investire. Non so dire se altri settori potranno utilizzare meglio questa misura, ma ad oggi non credo che sia uno strumento che possa dare chissà quali possibilità positive per una ripresa degli investimenti. Fino a poco tempo fa l’alta gamma, il lusso, stava tenendo, mentre ora si è abbassato anche quello».

Salvadè ricorda che tanti clienti del settore il venerdì chiudono l’azienda per cassa integrazione «e ciò nel tessile riguarda anche diverse grandi aziende del Comasco, dove però i più piccoli stanno soffrendo ancora di più. Il problema non è solo italiano, in questo momento la crisi del tessile riguarda tutto il mondo. Ci sono segni in calo sugli investimenti, come Acimit lo vediamo».

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