Più cultura internazionale negli istituti tecnici: studio e lavoro all’estero

L’iniziativa Il primo Pcto alla Magistri e i tanti progetti del Carcano. Un’opportunità per gli studenti, ma anche per il corpo degli insegnanti

Prima esperienza di Pcto - alternanza scuola/lavoro - all’estero per l’istituto Tecnico Magistri Cumacini che, nell’ambito della politica scolastica che vede l’internazionalizzazione tra le sue priorità, ha ottenuto il finanziamento Pon Fse. Il progetto, che ha come destinazione Dublino per un periodo di 4 settimane, è una misura premiale per gli alunni meritevoli e offre gratuitamente la possibilità di affrontare un’esperienza altamente formativa con l’integrazione in un contesto di lavoro o di formazione professionalizzante all’estero, e lo sviluppo di competenze personali, linguistiche e lavorative degli allievi.

L’esperienza

La Magistri non è però nuova a esperienze internazionali; per oltre 10 anni ha partecipato a progetti per la mobilità degli studenti con la Franz-Böhm-Schule di Francoforte e le scuole partner norvegesi, polacche e spagnole.

Ultima esperienza in ordine di tempo l’accoglienza di docenti e allievi di un Istituto tecnico industriale austriaco, l’HTL di Wels, lo scorso aprile. Il progetto, promosso da Alessandra Negro, docente e funzione strumentale per l’Internazionalizzazione, insieme alla collega Nicla Marchesini, prevedeva lezioni in aula e in laboratorio, oltre a visite sul territorio, per gli studenti italiani e austriaci; mentre per i docenti d’oltralpe attività di job-shadowing con l’osservazione dello stile di insegnamento dei colleghi italiani.

«Sempre in questo ambito partirà a breve il progetto per la formazione docenti “Lingue straniere e Stem: mobilità Erasmus per l’inclusione”. Il progetto - spiega Alessandra Negro - offre un’opportunità per aggiornare le metodologie, con un sicuro impatto su apprendimenti e competenze degli studenti».

«Tramite il job-shadowing, attività formativa molto pratica - sottolinea anche Laura Rebuzzini, dirigente scolastica dell’istituto di via Colombo - i nostri docenti di inglese e delle materie scientifiche avranno modo di aprirsi a nuovi punti di vista, scambiandosi buone pratiche con i colleghi europei e avendo la possibilità di essere stimolati, anche a livello creativo, da ritmi e contesti diversi da quello di origine».

Un’altra fra le diverse scuole della provincia che partecipano a questi bandi e da anni manda all’estero i propri allievi, accogliendo a sua volta studenti da tutto il mondo, è l’Istituto Paolo Carcano, che negli anni 2021-2022 ha acquisito l’Accreditamento per i progetti Erasmus+, sia in ambito istruzione scolastica SCH sia nella formazione professionale VET, prevedendo il finanziamento fino al 2027 di mobilità in Europa di studenti e staff e di tirocini formativi. Fin dal 2013 l’istituto promuove la partecipazione a progetti internazionali, per fare crescere la collaborazione con scuole e agenzie formative europee, per l’elaborazione e lo scambio di modelli e metodologie didattiche condivise e innovative, quali strumenti di crescita personale e professionale.

Gli strumenti

A spiegare la differenza fra il finanziamento Pon Fse e i progetti di alternanza scuola lavoro Erasmus+ è Elena Tampellini, docente di Chimica e Funzione Strumentale per l’internazionalizzazione al Carcano.

Il bando “Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento all’estero” è un’iniziativa già proposta nel 2019 con i fondi Pon - Programma Operativo Nazionale -. Il progetto del Setificio era già stato approvato, ma il Covid ha bloccato tutte le attività. Nel 2024 il bando è stato riproposto in due riprese, ma si tratta di un’occasione singola che difficilmente potrà diventare strutturale vista la caratteristica dei fondi.

Diverso è invece Erasmus+ finanziato dall’Ue, in cui le opportunità per il mondo dell’Istruzione e della Formazione Professionale intendono migliorare la qualità e l’efficacia dei sistemi e delle prassi del settore in tutta Europa.

«Per i ragazzi i progetti Erasmus sono un’opportunità importante, in particolare per coloro che non hanno la possibilità di viaggiare e di visitare i paesi europei» dice Elena Tampellini sottolineando come l’Ue solleciti l’inclusione di ragazzi con minori opportunità. «È quello che come scuola stiamo cercando di fare. Minori opportunità non significa solo con disabilità, vuol dire anche con minori opportunità economiche, sociali o culturali, ragazzi di famiglie disagiate. Dopo aver parlato con loro e le famiglie e sapendo che avrebbero potuto cavarsela lontani da casa, siamo riusciti a mandare in alternanza all’estero ragazzi con forme di autismo che si potevano gestire. Se il disagio è grave l’organizzazione è più complessa, però l’Ue ci suggerisce di includere anche forme più gravi per minore tempo, per esempio una settimana anziché un mese. È una sfida che stiamo cercando di affrontare, perché fra le priorità europee c’è la sostenibilità, l’inclusione, i diritti umani per aiutare le scuole a crescere ragazzi consapevoli del valore dell’Unione Europea.

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