La sfida dell’AI, un’opportunità: «Ma gli informatici sono pochi»

Formazione Lo scenario indicato dai fondatori di Digitelematica di Como Next. «Difficile trovare i profili: penalizzati dalla chiusura dei Politecnico a Como»

«La nostra Retail Platform è una suite innovativa progettata per gestire le vendite sia online che offline nel settore retail e fashion. Recentemente, stiamo inserendo diverse tecnologie emergenti che richiedono competenze specifiche.” A spiegarlo è Federico Dell’Acqua, AD di Digitelematica alla guida di un team di oltre 60 persone e cofondatore, insieme a Norberto Viganò, dell’azienda che a sede a Como Next a Lomazzo.

La Retail Platform copre cinque aree funzionali: Omnichannel Store, In-Store Touch Points, Clienteling, Logistics e Eprocurement. Garantisce un’esperienza senza interruzioni su tutti i dispositivi, gestendo efficientemente negozi con politiche commerciali e cataloghi distinti.

Include funzionalità come il self-scanning, le integrazioni con i totem in negozio e il clienteling per gestire le relazioni e i servizi ai clienti. La soluzione è presente in oltre 20 paesi, con più di 600 negozi attivi e 400.000 utenti. 
È particolarmente forte nei settori retail e fashion, sostenuta da oltre 50 partner tecnologici.

Vocazione a un asset strategico

Per vocazione aperta all’innovazione e alle nuove tecnologie, in Digitelematica l’Intelligenza Artificiale - o l’AI come più comunemente viene chiamata - è diventata un asset fondamentale. Non è più solo una competenza aggiuntiva, ma la base per lavorare con tecnologie di interconnessione che permettono ai sistemi di dialogare su larga scala.

Le nuove tecnologie, in un certo senso, hanno sempre fatto paura, ma, nello specifico bisogna cambiare logica quando si affronta l’AI; questa non deve essere vista come un rallentamento delle nostre capacità intellettive, quanto piuttosto come un confronto, se non organico, sicuramente sintetico e continuo. Anche la mente umana progredisce in questo confronto, basti pensare agli scacchisti e a quanto sono migliorate le loro strategie da quando si allenano con algoritmi più performanti. L’Artificial Intelligence può essere utilizzata in vari ambiti. Ad esempio, nell’analisi delle immagini.

Tramite telecamere ad alta definizione, possiamo individuare il numero di persone in un determinato spazio, distinguendo tra donne, uomini e bambini. Questi dati, pur preservando la privacy, ci permettono di prevedere il numero di addetti necessari da abilitare in un punto vendita e di ottimizzare il flusso operativo.

Il “digital twin”

«Un’altra tecnologia di grande interesse - continua Federico Dell’Acqua - è il “digital twin” che ci consente di creare un gemello digitale della realtà fisica. Questo permette di interagire con ambienti simulati senza bisogno dell’oggetto fisico». Per esempio, creare un digital twin di un edificio ci permette di operare trasformazioni prototipali, migliorando l’efficienza delle strutture, modificando il punto di accoglienza di un negozio retail in termini di gestione dei flussi di persone.

Realtà Virtuale e Aumentata

«Come Digitelematica sviluppiamo, utilizziamo e integriamo software e tecnologie che servono il ciclo del retail in tutti i suoi ambiti.

Abbiamo bisogno di strumenti, per esempio, per l’ottimizzazione della disposizione dei prodotti o dei percorsi che gli operatori fanno nel magazzino per prelevare la merce; o ancora di visualizzatori 3D per mostrare al cliente l’ingombro del prodotto che sta acquistando all’interno dello spazio dove intende posizionarlo. Per questo - spiega - «stiamo investendo anche nella Realtà Virtuale (VR) e Aumentata (AR).

Queste tecnologie hanno un impatto significativo poiché riescono a stimolare corde che le altre tecnologie dell’informazione non riescono a toccare. Si parla infatti di tecnologie immersive e il loro impatto sui ragazzi in formazione è significativo».

Nella ricerca di nuove professionalità, la formazione è un punto su cui la società investe molto, sia quando assumono nuovi collaboratori sia quando ospitano i giovani in alternanza scuola-lavoro.

«Come perdiamo ingegneri»

«Purtroppo, la situazione da qualche anno è sempre la stessa: trovare i profili professionali che ci servono è sempre più difficile; tolto il faro di luce che arriva dagli informatici della Magistri Cumacini, come, per citarne alcuni, Diana Cantaluppi o le precedenti assunzioni di Matteo Corti, Marco Livraghi e Nadir Bertolasi che sono colonne portanti della nostra struttura». La perdita del Politecnico a Como e in particolare di Ingegneria Informatica è sicuramente un problema in termini di qualità reperibile sul territorio.

Chi si trasferisce a Milano per l’università non rientra più e quindi perdiamo competenze che invece sarebbe bello conservare.

«Siamo sempre alla ricerca di nuovi talenti che vogliano unirsi a noi in questo viaggio - precisa il manager - le tecnologie avanzano rapidamente e avere un team competente e motivato è essenziale per mantenere la nostra posizione di leader nel settore».

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