Salari a due velocità, Lecco “batte” Como

Il report Secondo la Cgil di Mestre siamo al 29° posto, mentre l’altro ramo raggiunge la settimana posizione con +194 euro mensili

I lavoratori comaschi guadagnano mediamente 194 euro al mese in meno rispetto ai colleghi lecchesi. Lo rileva l’Ufficio Studi della Cgia di Mestre, che ha elaborato i dati Inps dell’Osservatorio sui lavoratori dipendenti privati, esclusi operatori agricoli e domestici. Il report evidenzia soprattutto le differenze salariali tra Nord e Sud Italia, i dipendenti del Nord ricevono stipendi medi di circa 2mila euro lordi mensili, mentre quelli del Sud si fermano a 1.350, con un gap del 50% annuo pari a 8.450 euro lordi. Per il mese di dicembre lo spread riguarda anche la tredicesima mensilità ricevuta proprio nei giorni scorsi.

La classifica delle province italiane vede Milano in cima con uno stipendio medio di 2.642 euro al mese, seguita da Monza-Brianza (2.218 euro) e dalle province che sorgono lungo la via Emilia: Parma (2.144 euro), Modena (2.129 euro), Bologna (2.123 euro) e Reggio Emilia (2.072 euro). La prima provincia del Mezzogiorno è Chieti, al 55esimo posto, con una retribuzione media di 1.598 euro. Agli ultimi posti con le retribuzioni più “leggere” figurano Cosenza (1.140 euro), Nuoro (1.129 euro) e Vibo Valentia, fanalino di coda con 1.030 euro.

Dove sono posizionate le province lariane? Lecco è nella top ten, occupa infatti il settimo posto con una retribuzione media mensile di 2.059 euro. L’incremento rispetto all’anno precedente è del +2,8%. Nella provincia lecchese si contano 104.736 lavoratori dipendenti privati che guadagnano complessivamente 2,8 milioni di euro. Per trovare Como bisogna scorrere la classifica fino alla 29esima posizione, lo stipendio medio mensile è di 1.865 euro, identico a quello di Verona, con un aumento del +2,7 rispetto al 2022. La tabella riporta un numero complessivo di 184.534 lavoratori comaschi per un monte salari complessivo di 4,5 milioni di euro. La retribuzione mensile della Lombardia è di 2.254 euro, entrambe le province lariane sono sotto la media regionale.

Una precedente rilevazione della Cgia, pubblicata a settembre e riferita al 2022, mostrava che Lecco deteneva il primato nazionale per numero medio di giornate retribuite: 264,2 giorni l’anno, seguita da Vicenza (262,6), Biella (262,4) e Padova (261,9). Como con 254,2 giorni lavorativi, dieci in meno rispetto alla vicina provincia lecchese, si posizionava al 24esimo posto della graduatoria.

Nel 2023 i 17,3 milioni di lavoratori dipendenti privati in Italia hanno percepito complessivamente 411,3 miliardi di euro di salari lordi, equivalenti a una retribuzione media di 1.820 euro al mese, in aumento del 3,5% rispetto al 2022, anche se l’inflazione, sempre l’anno scorso, è cresciuta molto di più, per l’esattezza il 5,7%. La Cgia di Mestre segnala che oltre il 60% dell’ammontare complessivo delle retribuzioni erogate nel Paese sono state pagate ai lavoratori del Nord.

Vacanze natalizie più lunghe

Durante le crisi del 2008/2009 e del 2012/2013 molte piccole imprese, a causa della scarsità di liquidità, pagarono la tredicesima con mesi di ritardo. Quest’anno, secondo l’Ufficio Studi, non sembrano esserci problemi e al netto di alcune situazioni di crisi conclamate, non sono state segnalate criticità particolari nella corresponsione della tredicesima, anche nei settori che hanno subito un significativo rallentamento produttivo, come la filiera automobilistica, il comparto della moda, il legno-arredo e la meccanica.

Cgia segnala infine che diverse pmi manifatturiere hanno deciso di sospendere l’attività fino all’Epifania: «La mancanza di ordinativi ha spinto gli imprenditori a chiudere temporaneamente i cancelli delle loro fabbriche per circa quindici giorni, permettendo ai dipendenti di usufruire delle ferie accumulate nei mesi precedenti».

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