Salone del Mobile, obiettivo export
per duemila aziende

Legno arredo Forti aspettative per l’edizione 2025 con il 38% di espositori internazionali. Porro: sentiment positivo. Feltrin: navigazione a vista

Corpi inviluppati in arredi. Texture materiche come seconda pelle di sedie, divani, tavoli. Le immagini della campagna pubblicitaria del prossimo Salone del Mobile.Milano, dall’8 al 13 aprile a Rho Fiera, di forte impatto emotivo, enunciano il senso di un edizione più che mai “Thought for humans”, “pensata per gli esseri umani”.

Ben vengano quindi le cifre, snocciolate ieri nella conferenza stampa con focus sull’edizione 2025, la numero 63, ma senza perdere di vista il rinvio culturale tanto caro a Maria Porro, l’imprenditrice canturina dal 2020 presidente del Salone. «Manifattura, innovazione, creatività per costruire mondi a misura di futuro» è infatti il messaggio attraverso il quale vanno numeri altrimenti neutri per coglierne anzitutto il «sentiment» fortemente positivo nei confronti del comparto. Anche quest’anno sono andati sold out gli spazi fieristici, con più di 2.000 espositori attesi (38% dall’estero) e 148 brand tra debutti e ritorni, distribuiti in oltre 169.000 mq di superficie.

Questi ultimi, come ha tenuto a rimarcare Porro, sono il risultato di un’estenuante campagna di Press Touring che ha portato la dirigenza del Salone, con i nostri migliori brand (anche comaschi) da New York a Shanghai, a Miami e vede già le valigie pronte - ha ricordato il direttore generale Marco Sabetta - per «Houston e Città del Messico». Il solo Made in Italy, per quanto oggetto di desiderio globale, non è di per sé sufficiente ad accrescere anno dopo anno la più importante vetrina della manifattura.

Anche la biennale Euroluce, punta di diamante dei saloni del 2025 (Salone Internazionale del Mobile, Salone del complemento d’arredo, Workplace3.0 e S.Project e SaloneSatellite con 700 giovani designer e 20 scuole), non si accontenta di numeri in crescita (oltre 300 espositori di cui 46,5% stranieri) ma rilancia la sua formula, schiacciando l’acceleratore culturale con un Forum di pensatori .

Estero, dazi e strategie

A risultare evidente, è un contesto in equilibrio instabile in cui l’arredo, per giocare con le parole, si configura come un’entità mobile, fortemente influenzata dai continui cambiamenti sistemici. Come guardare, perciò, al futuro prossimo? Che 2025 hanno davanti le aziende italiane del comparto, che registrano un fatturato di oltre 9,2 miliardi di euro, di cui circa 7 miliardi va in direzione dell’export, con una quota del 54, 5%. «Il mercato del futuro sarà sempre più fuori dall’Europa» ha constatato Claudio Feltrin, presidente di Federlegno Arredo dopo aver espresso una posizione pragmatica in relazione ai dazi paventati dalla presidenza Trump.

«Affrontiamo il momento con una navigazione a vista - ha detto alla platea del Piccolo Teatro di Milano, che ha ospitato la conferenza stampa, moderata da Monica Maggioni - La seconda parte del 2024 ha dato segni di rallentamento della crisi. I primi sei mesi si tratterà di viaggiare in questa situazione per poi riprendersi.

«Parlando di dazi, beh, se una settimana fa me lo avessero chiesto, avrei detto di essere preoccupato al 110%. Oggi, dopo quello che Trump sta facendo con il Messico, mi sembra di capire che la sua è l’azione di uno “scaltro”. Per certo, noi in Europa dobbiamo prepararci a sederci a quel tavolo che sicuramente si aprirà per il confronto con gli Usa». Forte polo di export, gli Stati Uniti di Trump non possono non destare preoccupazione negli imprenditori. Tuttavia, vanno considerati i fondamentali, secondo Feltrin, che sono eccellenti. «Stiamo mantenendo, sull’export, le quote di mercato del 2019, quindi abbiamo saputo difendere il Made in Italy, qualcosa che viene prodotto come “irrinunciabile”».

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