Scuola e professioni: «Mancano addetti,
-2.400 nel turismo»

Young Il tema spinoso del “mismatch” affrontato ieri a Lariofiere di Erba: «A Como, a fronte di una domanda di 14.150 lavoratori, solo 6.550 diplomati e laureati»

Il turismo a Como e la metalmeccanica a Lecco sono i settori che soffrono maggiormente la mancanza di personale qualificato. Il dato è emerso ieri mattina a Young, il salone dell’orientamento di Lariofiere, nel corso di un convegno dedicato al rapporto tra scuola e lavoro. Il report, presentato da Daniele Rusconi della Camera di Commercio Como-Lecco è stato elaborato dalla società Pts per conto dell’ente camerale ed è stato presentato da Andrea Gianni a una platea composta da decine di studenti.

Disallineamento palese

Gianni ha spiegato che «al mismatch tra la domanda di lavoratori senza esperienza e l’offerta in uscita dal sistema formativo abbiamo dedicato come sempre la parte centrale del nostro report sui giovani e il lavoro. I dati fanno riferimento al 2023 e sono validi per tutta l’area lariana, comprensiva delle province di Como e Lecco».

In provincia di Como si registra una domanda complessiva da parte delle aziende di 14.150 nuovi lavoratori, ma l’offerta del sistema formativo è di soli 6.550 tra nuovi laureati, diplomati e qualificati con un corso professionale. «Il mismatch tra domanda e offerta è di 7.600 unità. Il settore più in sofferenza è il turismo, a cui mancano 2.400 lavoratori, seguito dalla metalmeccanica con 800, dal tessile con 430 e dal legno-mobile con 270».

In provincia di Lecco i numeri sono più contenuti. Gli studenti pronti a entrare in azienda sono 3.880, la domanda complessiva delle aziende è di 7.950: il mismatch è pari a 4.070 unità. «In questo territorio in cima alla lista c’è la metalmeccanica con 1.350 unità mancanti, seguita dal turismo con 850, dall’elettronica con 300 e dalla sanità con 230».

Scelte di studio e denatalità

La difficoltà a reclutare personale, soprattutto nell’area lecchese, è legata alla mancanza di giovani che scelgono un percorso professionale: «Una volta si diceva che mancano i laureati - ha detto Gianni - oggi più in generale mancano i giovani, indipendentemente dal titolo di studio. A Lecco, un territorio con forte vocazione manifatturiera, servirebbero molti più studenti qualificati che hanno seguito un percorso professionale a discapito dei licei».

L’area lariana sforna ogni anno circa 6.000 diplomati: nell’anno scolastico 2023-2024 sono stati 3.550 a Como e 2.470 Lecco; altri 2.000 studenti escono da un percorso professionale, si arriva quindi a un totale di 8.000 giovani che hanno completato un percorso formativo. Le previsioni per il futuro, tenendo conto anche del tasso di denatalità, sono fosche. Secondo il report realizzato da Pts in occasione di Young, il numero di diplomati nell’area lariana dovrebbe ridursi del 10 per cento da qui al 2029 (il calo sarà più contenuto per i licei, -9 per cento, e leggermente maggiore negli istituti tecnici e professionali, -11 per cento).

Il calo dei diplomati influenzerà le iscrizioni al primo anno di università. I laureati, circa 4.900 nel 2022, scenderanno a circa 4.200 nel 2027 e a 3.600 nel 2030, facendo segnare una contrazione del 26 per cento rispetto al 2022.

Per quanto riguarda le imprese avviate da under 35, in provincia di Como si contano circa 3.800 imprese giovanili, sono l’8 per cento del totale delle imprese presenti sul territorio; poco superiore è la percentuale nella provincia di Lecco: l’8,4 per cento, con circa 2.080 imprese giovani.

«Il trend è in diminuzione e il motivo è semplice: i giovani sono sempre meno rispetto alla popolazione complessiva e c’è una minore tendenza a fare impresa rispetto al passato». Se decidono di farlo, la gran parte si mette in proprio nel settore dei servizi più che nell’industria.

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