«L’industria della moda va rigenerata»

Filiera tessile Il duro attacco del presidente di Smi, Sergio Tamborini, al Sustainable Forum di Venezia. «Le istituzioni ci ignorano, ma export maggiore dell’automotive. E sulla transizione green troppa burocrazia»

Dal Venice Sustainable Fashion Forum, punto di riferimento per l’evoluzione green del mondo della moda, Sergio Tamborini lancia un pesante j’accuse alla politica in apertura della due giorni dell’evento “Leading Re-Generation” ideato e realizzato nella città lagunare da Sistema Moda Italia, The European House – Ambrosetti e Confindustria Veneto Est.

La denuncia

«Sembra che le istituzioni non abbiano ancora capito il valore del comparto, con un’occupazione e un export superiore a quello dell’automotive - ha detto il presidente di Sistema Moda Italia e ad del Gruppo Ratti - La moda ha in sé un patrimonio di competenze, talenti, esperienze internazionali uniche: è un mondo in continua evoluzione, ma la burocrazia ostacola il cambiamento. Non sono le aziende di Sistema Moda Italia ad essere in ritardo. Anzi, hanno governato la rigenerazione e la stanno governando. L’hanno anticipata da oltre due anni aspettando un quadro normativo chiaro. Abbiamo investito milioni di euro in innovazione e ora ci troviamo di fronte a un altro tema che è quello del credito d’imposta. Un tema di burocrazia retroattiva su cui molte imprese sono esposte e che espone anche la nostra industria a nuove riflessioni».

A proposito di burocrazia, Tamborini ha ricordato un famoso aneddoto. «È buffo che l’inizio della moda sia legato a un tema burocratico e di Stato, a un ministro delle Finanze francese, Colbert, a un re francese, Luigi XIV, e alla necessità di rilanciare il mercato della seta sulla piazza di Lione.Con un editto fu imposto a tutti i nobili di scegliere sete sempre nuove per la vita di Corte. E così nacque la stagionalità. Se la burocrazia è stata la scintilla di inizio per i consumi, non vorremmo che la burocrazia che oggi domina la sostenibilità ne decretasse la fine, imponendo difficoltà estreme per la filiera e per la sua transizione green. Questa è scelta responsabile delle aziende, non si può ridurre a protocolli e a bolli».

Tamborini ha evidenziato l’importanza di coinvolgere tutti i protagonisti della filiera. «Abbiamo bisogno di sederci a tavoli comuni ed è con questo spirito che abbiamo coinvolto anche un settore, quello dell’ultra fast fashion, che non è immediatamente posizionabile accanto alle nostre aziende e all’alto di gamma, ma che è sicuramente al centro quando si deve parlare di circolarità e consumi responsabili. La circolarità è la vera nuova industry della moda. Ed è una industria che ha bisogno di volumi. Quindi è importante coinvolgere diversi attori, soprattutto quelli che hanno un forte legame con i consumatori».

Le previsioni

Non ha mancato Tamborini nel suo intervento di fare il punto sul momento attuale e le previsioni.

«La nostra industria del tessile moda non sembra volgere al sereno, non nell’immediato, ma siamo resilienti, abbiamo sempre dimostrato di saper affrontare e superare le difficoltà. Gli imprenditori sono come dei sopravvissuti invincibili, degli Highlander. Quest’anno ci sta particolarmente mettendo alla prova. Ci troviamo ancora una volta di fronte a sfide di fronte alle quali non vogliamo e non possiamo tirarci indietro».

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