Turismo sul Lario, grande frenata
In 3 mesi persi 120 milioni
Effetto lockdown: la stima choc sulla mancata spesa tra marzo e maggio. Lo stop dopo un anno record: +11% di arrivi e +14% di ospiti dall’estero
Il settore turistico lariano ha subito una battuta d’arresto fortissima in seguito alla diffusione dell’epidemia da Covid-19. Il brusco stop è arrivato in un momento in cui il Lario aveva il vento in poppa e veniva da anni di crescita rilevante.
I numeri sono stati illustrati ieri nel corso della diciottesima “Giornata dell’Economia” da Giuseppe Rasella, membro di giunta della Camera di commercio di Como e Lecco con delega al turismo.
Un dato su tutti consente di capire immediatamente il peso e le conseguenze del lockdown: secondo le stime camerali, tra marzo e maggio 2020 la mancata spesa dei turisti è stata di 103 milioni a Como e di 19 milioni a Lecco.
Il punto di partenza
Il punto di partenza era peraltro un 2019 molto positivo, caratterizzato da una crescita dell’11% di arrivi e presenze nell’area lariana, con un boom di stranieri (+14%). «L’andamento positivo del settore prima dell’emergenza Covid – ha commentato Rasella – è ancora più evidente se si considerano le variazioni delle presenze negli ultimi dieci anni”. La provincia di Como dal 2009 al 2019 ha totalizzato un aumento del 32,8% ed ancora meglio ha fatto Lecco con una crescita del 38,4%. «In un decennio – ha continuato l’imprenditore – il turismo sul Lario ha conosciuto un autentico boom, aumentando di un terzo le presenze: poi è arrivato il Covid, azzerando le prenotazioni con gravi conseguenze anche sul fronte occupazionale: sono circa 26mila gli operatori del settore nelle nostre province e, considerando l’indotto, il turismo vale il 20% dell’economia lariana».
I numeri del 2019 confermano la vocazione internazionale del Lario. Considerando gli arrivi, al primo posto troviamo la Germania a quota 239mila, pari al 18,4% sul totale degli stranieri e con un aumento del 16% sul 2018. Seguono gli statunitensi, con 156mila arrivi, il 12% del totale, in crescita del 22,8%. Quindi i francesi (119mila arrivi), gli svizzeri (114mila) e gli inglesi (110mila). Le unità locali attive riferite al settore sono 1.319 a Como e 677 a Lecco ed insieme valgono il 10% circa dell’imprenditoria turistica lombarda.
Qualche timido segnale di risveglio delle attività turistiche si sta vedendo in queste settimane ed è compito delle istituzioni, ha spiegato ancora Rasella, accompagnare questa rinascita. «La Camera di commercio – ha detto – ha lavorato per una serie di iniziative promozionali di marketing territoriale strategico”. L’obiettivo dell’ultimo mese è stato quello di proporre il lago di Como come destinazione sicura per gli stranieri “anche perché in questo momento – ha continuato il membro di giunta dell’ente camerale – in Italia la situazione epidemiologica è migliore rispetto ad altre zone d’Europa».
La promozione
L’attività promozionale della Camera di commercio si è orientata anche sul mercato italiano, per riscoprire il turismo di prossimità. «Stiamo anche perseguendo l’obiettivo - ha detto Rasella - di far tornare gli ospiti nel periodo invernale, per allungare la stagione e consentire assunzioni di addetti che siano poi coperti dagli ammortizzatori sociali in caso di una nuova emergenza sanitaria».
In questo contesto promozionale si colloca anche il video realizzato dalla Camera e presentato lunedì in Regione: in meno di ventiquattr’ore ha già totalizzato 100mila visualizzazioni. «Il turismo lariano – ha concluso l’imprenditore – è pronto per ripartire, con un occhio al 2020 da salvare ed un altro al 2021, per puntare ai livelli di presenze dello scorso anno».
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