«Un saper fare unico. Dobbiamo valorizzare la figura del fabbro»

L’intervista Barbara Ramaioli, imprenditrice al vertice de La Fer e presidente nazionale di Confartigianato Carpenteria Meccanica

Abbiamo il compito di valorizzare la figura del fabbro come simbolo di eccellenza in grado di abbracciare l’innovazione, senza perdere di vista la tradizione, mantenendo così vivo il valore dell’artigianato italiano nel contesto delle sfide future».

Queste le parole di Barbara Ramaioli confermata nei giorni scorsi alla presidenza di Confartigianato Carpenteria Meccanica. Secondo mandato nazionale per la canturina che ricopre la stessa carica a livello regionale e provinciale in Confartigianato Como dove è entrata 24 anni fa.

Negli anni Novanta ha iniziato a lavorare all’interno della carpenteria in ferro La Fer di Cantù, fondata negli anni Settanta dagli zii Ferrino, Giuliano e Silvano Ramaioli, che oggi dirige insieme ai cugini Giovanni e Andrea Ramaioli

Di cosa si occupa la carpenteria meccanica? In quali filiere si inserisce?

Si tratta di un comparto molto variegato, come artigiani siamo specializzati nella produzione su misura, ma ci sono varie tipologie di produzioni, nella nostra azienda per esempio ci occupiamo soprattutto di edilizia. Realizziamo prodotti che un tempo venivano considerati semplice carpenteria, oggi invece trovandosi all’interno di un contesto abitativo, dobbiamo dare particolare attenzione alle finiture, al design. In generale si tratta di un lavoro molto trasversale che si innesta nel sistema casa e che ci vede collaborare con aziende edili e del legno arredo, società di contract e studi di architettura solo per fare alcuni esempi.

Quali sono i punti fondamentali del suo programma di mandato per i prossimi quattro anni?

La mia attenzione sarà concentrata su più temi a partire dall’azione sindacale, mi occuperò del rinnovo del contratto di lavoro, siamo in fase conclusiva della trattativa. Creare network di condivisione con settori magari che non appartengono alla nostra stessa categoria, ma con i quali condividiamo problematiche simili per definire strategie comuni. Il nostro è un settore molto normato, il dialogo con le istituzioni è importante perché spesso le norme sono complesse e non sempre chiare, questo dialogo, che intendo mantenere aperto, ci dà la possibilità di fornire il nostro contributo in merito a miglioramenti e segnalazioni di criticità. E sicuramente mi occuperò, insieme a tutta la squadra, della carenza di manodopera.

Cosa pensate di fare sul tema delle risorse umane?

Il nostro ruolo è anche quello di valorizzare la figura del fabbro, un’eccellenza legata alla tradizione, ma che abbraccia l’innovazione, valorizzare la sua figura anche agli occhi delle nuove generazioni. È un lavoro molto stimolante, non è un lavoro vecchio, superato, è un lavoro dove si ha molta autonomia, tutti possono dare il loro personale contributo nella creazione di un prodotto. Occupandoci di tutta la filiera capita di andare a montare i prodotti realizzati, spesso anche all’estero, è gratificante seguire un progetto dall’idea iniziale alla sua realizzazione al montaggio, è possibile avere una visione completa del processo. Ogni volta è una nuova sfida perché realizzando sempre prodotti diversi l’uno dall’altro, si impara sempre qualcosa di nuovo, competenze che si aggiungono alla formazione continua che facciamo, e poi bisogna metterci creatività e ingegno.

Quanto è cambiato il settore in questi anni?

Siamo aziende strutturate, pur essendo piccole realtà al nostro interno c’è un ufficio tecnico che si occupa della progettazione e di supportare i clienti, abbiamo la produzione, la posa in opera, seguiamo tutta la filiera, utilizziamo materiali all’avanguardia, cresciamo con l’evoluzione tecnologica moderna. Il prodotto che viene proposto oggi non è rimasto quello di tanti anni fa, utilizziamo anche noi tecnologie al passo con i tempi.

Intelligenza Artificiale, sostenibilità, Esg: vi occuperete anche di queste tematiche?

Il compito di Confartigianato è quello di fornire supporto alle aziende associate non solo dal punto di vista professionale, ma anche da quello culturale. Nei prossimi anni mi piacerebbe anche affrontare il tema di come l’Intelligenza Artificiale potrebbe essere inserita nei nostri processi produttivi. All’interno delle nostre imprese utilizziamo macchinari all’avanguardia che agevolano il nostro lavoro, ma i processi sono soprattutto manuali, è la persona che realizza il prodotto. Quindi sarebbe interessante capire come introdurre l’Intelligenza Artificiale nelle nostre realtà, ma anche occuparci della sostenibilità e della rendicontazione di sostenibilità secondo gli Esg. Temi che vogliamo conoscere e approfondire.

© RIPRODUZIONE RISERVATA