Vendemmia: «Clima e parassiti, perso
fino al 20% del raccolto»

Agricoltura I produttori del Consorzio Igt Terre Lariane sono al lavoro in 24 aziende di pregio, tra Como e Lecco

«La vendemmia è iniziata e siamo in raccolta» ammette con soddisfazione Claudia Crippa, già alla guida del Consorzio Vini Igt Terre Lariane di cui oggi è segretaria, anche a nome dell’attuale presidente, Marco Casati dell’azienda agricola Laghetto.

Nato nel 2008 il Consorzio Vini IGT Terre Lariane conta ora 24 produttori e copre le provincie di Como e Lecco. «La scorsa settimana si è iniziato nel territorio delle Terre Lariane, mentre qui da noi nell’Azienda Agricola vitivinicola Costa siamo partiti giovedì scorso. Si stanno vendemmiando i bianchi e le basi per spumanti che sono le prime varietà che si raccolgono per poter mantenere un’acidità e una freschezza adatta per ottenere spumanti o vini bianchi freschi. Si parla degli Chardonnay, del Manzoni bianco, del Pinot bianco, ma qualcuno ha iniziato anche con il Pinot nero da base spumante».

La primavera è stata lunga e piovosa con un’estate arrivata con molto ritardo. «Abbiamo avuto un periodo fra fine maggio e giugno veramente complicato per le vigne - sottolinea Crippa - perché la pioggia continua impediva i trattamenti per le piante. L’erba che cresceva in maniera selvaggia poi portava umidità e bisognava falciarla e tagliarla, ma anche questo era complicato dalla pioggia.

Non è stata una gestione facile e abbiamo perso, chi più chi meno a seconda degli appezzamenti, chi il 15, chi il 10, chi il 20 % di produzione in termini di quantità anche per via della peronospora che è il fungo principale della pianta della vite. Quando piove tanto il fungo si trova a suo agio e continua a galoppare e intaccare le foglie e i grappoli, così gli acini e il grappolo colpiti vanno persi».

Altra causa della produzione più scarsa rispetto all’anno precedente un calo fisiologico.

«Come tutte le piante da frutta anche la vite ha questa alternanza: un anno produce di più e l’anno dopo di meno; ci sono piante più sensibili, ma anche la vite segna sempre una piccola alternanza.

L’anno scorso abbiamo avuto una produzione molto importante e molto buona dal punto di vista della quantità. Quest’anno sapevamo già che la quantità sarebbe stata un po’ meno».

Il caldo sopra la media di fine luglio e agosto ha però influito sulle viti in modo positivo. «A parte qualche zona molto alta - le nostre vigne più alte sono a 500 metri, cioè alta collina - dove è stata necessaria un po’ di acqua di soccorso, per il resto la vite non ha problemi, ma anzi ama il caldo grazie al quale abbiamo recuperato molto in fretta il tempo che avevamo perso prima. Parliamo di “acqua di soccorso” perché noi non irrighiamo; nessuno nell’Igt ha l’irrigazione programmata di produzione, ma solo irrigazione di soccorso qualora la pianta sia in sofferenza; l’acqua non serve a salvare la produzione, ma a salvare la pianta.

Di solito abbiamo le prime invaiature, cioè il passaggio di colore degli acini che indica l’inizio della maturazione del grappolo, a metà luglio; quest’estate invece questo passaggio è iniziato a fine luglio, con alcuni varietà che non erano ancora invaiate ad agosto, con un ritardo di almeno 10 giorni. Poi nel mese di agosto abbiamo recuperato e se la vendemmia 2023 per la Costa era partita il 26 agosto, quest’anno abbiamo iniziato il 29 con solo 3 giorni di differenza».

Tutto un altro discorso per quanto riguarda la qualità. «L’uva che è rimasta in pianta al netto delle malattie, si tratta comunque di infezioni vecchie per cui le piante erano già state curate e medicate, è molto bella e la qualità è assicurata».

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