I piani di Villa d’Este. Nuovi investimenti
e aiuto al territorio

Intervista Il presidente Giuseppe Fontana e la strategia del Gruppo tra acquisizioni, progetti per la formazione e il benessere dei collaboratori

Villa d’Este ha una lunga storia di ospitalità di personaggi illustri, è uno dei simboli dell’eccellenza italiana nel mondo, un’icona del Lago di Como. Alle spalle 150 di storia, una strategia presente e futura fatta di continui investimenti per allargare l’offerta e far crescere il radicamento nel territorio. Il presidente Giuseppe Fontana avverte la responsabilità di mantenere la posizione di prestigio nel mondo dell’hotellerie di lusso, ma anche di trasferire valore alla comunità locale.

Il turismo sta cambiando Como e il suo lago. Qual è la sua lettura di ciò che sta accadendo e come valuta lo sbarco qui di tanti operatori internazionali dell’hotellerie?

Il territorio è interessato da un’oggettiva trasformazione, la celebrità del Lago di Como e di Villa d’Este non nasce ora, certo è però che nella fase post pandemia abbiamo assistito a un aumento importante delle presenze, in particolare dall’estero e di conseguenza è cresciuto l’interesse di tanti operatori a investire per acquistare o realizzare nuove strutture. È un fenomeno, io credo, non limitato al Lago di Como, l’Italia ha grande tradizione e grandi potenzialità in questo settore; probabilmente, nelle strategie di investimento, sono state privilegiate destinazioni alternative come il nostro territorio, anziché le principali città d’arte come avveniva in passato. Non dimentichiamo, del resto, che la scelta di venire in vacanza sul Lago di Como è sì dei singoli turisti ma anche, se non soprattutto, dei grandi operatori che ce li portano.

Com’è andata la stagione e quali sono le attese per il futuro?

Il 2023 è stato per noi un anno record. Bene, il 2024 è stato ancora meglio e c’è fiducia per i prossimi mesi. Gli ospiti americani continuano ad essere fondamentali e rappresentano una quota del 50% circa. In crescita il mercato del Medio Oriente, ma anche Far East e India hanno grande margine di sviluppo.

A livello di investimenti su cosa vi siete concentrati?

Stiamo facendo importanti investimenti in diversi ambiti. Tra questi sottolineo con particolare piacere l’acquisizione del complesso immobiliare del Salesianum Don Bosco a Tavernola nel comune di Como. L’obiettivo è trasformare il complesso in un hospitality campus: un luogo di formazione, attrazione e crescita di giovani talenti che vogliano lavorare e specializzarsi nel settore dell’ospitalità. Pensiamo a una struttura dedicata ai nostri collaboratori, un luogo accogliente e gradevole dove poter abitare ed avere la propria vita sociale.

Quanto considerate rilevanti le relazioni con il sistema della formazione?

I rapporti con le scuole sono preziose. Undici anni fa, insieme con altre strutture, abbiamo contribuito a dare vita a Iath Academy che oggi è senza dubbio uno dei migliori Its nel settore dell’hotellerie, tanto è vero che ci sono iscritti residenti in altre regioni italiane e anche in altri Paesi europei ed i diplomati non hanno difficoltà a inserirsi nelle realtà più qualificate, qui e in tutto il mondo. Sosteniamo con determinazione questo progetto e stiamo facendo la nostra parte per realizzare in tempi brevi la nuova sede, attraverso l’acquisizione e il restauro dell’ex scuola comunale, e quindi raddoppiare il numero dei giovani iscritti. Il sogno è quello di dare vita a una sorta di campus che faccia di Cernobbio e del Lago di Como un’eccellenza anche nel campo della formazione dei ragazzi. Mi piace sottolineare quanto Villa d’Este, in questo caso con gli altri principali hotel lariani, senta la responsabilità di creare valore per tutta la comunità, per il territorio nel suo complesso.

Per quale ragione tiene così tanto al territorio?

Villa d’Este è sempre stata un’azienda di territorio, ancora oggi del resto abbiamo un numero importante di soci comaschi e non è un caso se, accanto a grandi eventi internazionali come il Forum Ambrosetti e il Concorso di Eleganza, teniamo moltissimo a sostenere manifestazioni come il Rally di Como, la Centomiglia del Lario, il Giro dei Sei Laghi solo per nominarne alcune. La nostra azienda non vuole essere considerata soltanto un hotel di lusso, ma punta ad essere parte rilevante della comunità locale.

Continuerà la crescita del Gruppo anche attraverso le acquisizioni?

Stiamo lavorando. Qualcuna di queste operazioni è già stata conclusa. Mi riferisco all’Harry’s Bar e, sempre sulla piazza di Cernobbio, al Miralago. Stiamo esaminando altre opportunità nell’area lariana, ma anche in altre regioni italiane. Al di fuori del Lago di Como, per il momento, il Gruppo ha come noto Villa La Massa alle porte di Firenze che è stata oggetto, soprattutto nel periodo Covid, di massicci investimenti per aumentare la qualità dell’offerta, oggi ripagati dalla soddisfazione dei clienti.

Quali progetti ha per il Golf?

Il Golf l’anno prossimo farà cento anni. Villa d’Este lo ha costituito e da tempo sognavamo di riportarlo nel perimetro del Gruppo. Il sogno si è potuto concretizzare quando, di recente, un gruppo rilevante di soci ha avvertito l’opportunità e anche la necessità di un nostro coinvolgimento. Ora abbiamo una quota importante e sarà nostra cura dedicare al Golf tutta l’attenzione che merita. Non c’è però alcuna intenzione di dare seguito a interventi di stravolgimento della struttura, tutto il suo fascino sta nella storia e nella bellezza di un contesto che cercheremo di tutelare e fare brillare ancora di più.

A frenare lo sviluppo del turismo è la carenza delle infrastrutture e dei servizi. I trasporti in particolare, sul lago, sono un problema. Quanto avvertite questa situazione?

La carenza delle infrastrutture, più che a noi direttamente, crea disagio alle persone che abitano in questo territorio. Mi rendo conto, non si tratta di problemi semplici da risolvere e la Città di Como, per parte sua, ha fatto passi nella direzione giusta. Il mio timore è che, in assenza di interventi significativi, questa situazione generi nei residenti una sorta di “rigetto del turismo”.

A che punto siete con Villa Belinzaghi?

Stiamo sempre lavorando. Ora tutto è pronto per l’apertura del cantiere con l’obiettivo di ultimare la ristrutturazione entro la fine del 2026.

Quanto è cambiato il profilo dei vostri ospiti negli ultimi anni?

Nel post Covid abbiamo registrato un aumento importante delle famiglie, spesso con bambini e qualche volta con il cane al seguito. La circostanza è particolarmente evidente nel periodo delle feste di fine anno quando Villa d’Este si trasforma in una fiaba e come tale frequentatissima dai piccoli.

Qual è il bilancio dell’allungamento della stagione?

Cominciamo a vedere i frutti di un progetto in cui abbiamo creduto con grande forza. E mi lasci dire che i risultati oggi sono tangibili anche per Cernobbio che ha colto il significato della nostra sfida ed è ora in grado di offrire un’atmosfera natalizia di particolare fascino.

Cosa distingue Villa d’Este dai competitor che si affacciano sul Lago di Como?

Il mercato si arricchisce di operatori al massimo livello. Mi rassicura il fatto che Villa d’Este rimanga Villa d’Este. E se ogni tanto qualcuno parla, giustamente, di effetto Clooney negli ultimi vent’anni, è anche vero che la fama del Lago di Como, soprattutto nei Paesi anglosassoni, si deve da 150 anni al mito di Villa d’Este. Siamo molto contenti che tanti investitori abbiano scelto il Lago di Como perché conferma il fatto che ci troviamo al posto giusto nel momento giusto, ma qui c’è qualcosa di non replicabile a livello di storia ma anche di spazi e di logistica. Ci sono tutti i presupposti per creare ogni anno qualcosa di nuovo e allineare l’offerta ai desideri dei viaggiatori.

Quanto vale la storia che Villa d’Este ha sulle spalle?

La storia è un plus straordinario. Non si contano le situazioni e gli eventi di rilievo internazionale che hanno incrociato questo luogo e teniamo molto al riordino del nostro archivio che abbiamo di deciso di avviare. I lavori sono iniziati 3-4 anni fa ed è un work in progress prezioso a cui partecipano anche i nostri clienti che spesso ci inviano documenti e testimonianze del soggiorno a Villa d’Este, loro o di loro ascendenti.

Quanto sono rilevanti i grandi eventi internazionali nella stagione di Villa d’Este?

Il Concorso di Eleganza è nato a Villa d’Este nel 1929 ed è sempre stato uno dei due più importanti eventi, in questo campo, a livello globale. C’è un accordo di collaborazione con Bmw, ma si tratta di un evento tutto nostro che dà grande visibilità al nostro brand innanzi tutto perché è irripetibile altrove e poi perché è gestito molto bene. Il livello è altissimo, ci sono pochi modelli in esposizione ma i visitatori sanno che qui trovano il meglio. Il Forum Ambrosetti invece ha celebrato lo scorso anno i cinquant’anni e continua ad essere un punto di riferimento di primario rilievo per il mondo dell’economia e della politica. E’ un evento che contribuisce alla nostra immagine e ci riempie di orgoglio, ogni anno, partecipare a un capitolo di storia. Gli episodi non si contano. Pensiamo a quando qui si incontravano i due Nobel Shimon Peres e Yasser Arafat e la pace in Palestina sembrava come non mai vicina.

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