Economia / Como città
Venerdì 22 Novembre 2024
Welfare d’impresa e il modello Satispay: «Persone al centro»
Festa delle imprese Il ceo Alberto Dalmasso ospite d’onore dell’evento a Como: «I governi chiederanno alle aziende di coprire costi di sanità e istruzione»
«Le persone giuste sono poche e quando si trova la persona che ha le competenze che servono all’azienda, non si corre il rischio di perderla» ha detto Alberto Dalmasso, Ceo e co-founder di Satispay, una delle più importanti fintech europee, intervenuto alla Festa delle Imprese e intervistato dal direttore Diego Minonzio che gli ha chiesto «narra la leggenda che lei ha assunto una donna in attesa di un bimbo all’ottavo mese».
I valori parte del profitto
Si capovolgono le regole nel nuovo welfare così come lo stanno immaginando gli imprenditori del futuro. «Ci si fa sempre prendere dalla fretta – ha risposto Dalmasso - poi il tempo vola mentre le persone sono preziose e quei mesi di attesa non sono nulla di fronte all’obiettivo di lavorare bene».
Eppure nell’immaginario comune le start up non sono note per la pazienza, bruciano le tappe, in particolare quelle che diventano “unicorni”, cioè che raggiungono una valutazione di mercato superiore a un miliardo di dollari, come è accaduto a Satispay, un’eccezione nel panorama italiano.
«Quando gli investitori mettono a disposizione tutti questi soldi per permettere alla start up di crescere molto, moltissimo, non ci si può mettere comodi. Si deve crescere e per farlo servono le persone – ha spiegato il visionario fondatore di Satispay e cita Reid Hoffman - il fondatore di linkedin ha dato una bella definizione di start up: “è come buttarsi in un burrone con i pezzi per costruire un aereo e lo devi costruire prima di schiantarti a terra”. Ci si rende conto presto che per riuscire a volare servono le persone giuste al tuo fianco e quando arriva chi riesce a prendere in carico una delle tue responsabilità, anzi magari a fare anche meglio di quanto non avresti potuto tu, allora ci si sente come dotati di superpoteri».
Alla festa che ha premiato le più meritevoli aziende della provincia di Como, selezionate dalla Commissione tecnica presieduta dal presidente Angelo Palma, con gli esperti Kpmg Leo Morabito e Stefano Castoldi, si è voluto approfondire come da giovane dinamica start up innovativa si possa poi fare il passaggio verso una realtà aziendale consolidata e alcune delle possibili strade le ha suggerite proprio l’esperienza di Alberto Dalmasso
«Essere riconosciuti come l’unicorno da un miliardo di dollari di valutazione non è un traguardo, è il primo passo – ha sottolineato – apre alla possibilità di attirare grandi investimenti. È l’inizio di una storia che bisogna saper alimentare. Noi vediamo una accelerazione costante nei nostri utilizzatori, ma la strada è ancora lunga perché è necessario, in questo settore, diventare più grandi in Italia e anche in Europa».
Opportunità innovative
Tra le strategie per crescere c’è stata quella di proporre lo strumento di Satispay per i buoni pasto.
«Abbiamo osservato che su questo fronte i commercianti si lamentavano spesso e abbiamo offerto una soluzione che semplifica l’utilizzo, lo velocizza e sta funzionando. Confidiamo quindi che chi utilizza l’app per i suoi buoni pasto poi, per consuetudine, la usi anche per altro. Si tratta di una interessante quota di mercato che abbiamo acquisito colmando dove c’era un vuoto».
Il welfare è il grande spazio dove guardare per necessità e anche per le opportunità che possono aprirsi.
«Questa convinzione arriva dall’osservazione della situazione economica europea e italiana – ha osservato Alberto Dalmasso – e il buono passo è solo il primo passo nel mondo del welfare aziendale che sempre più deve andare a coprire i costi di educazione, istruzione, sanità e pensione delle persone. In questo contesto è inevitabile immaginare che i governi italiani ed europei sempre di più chiederanno alle aziende di contribuire a tutte queste spese di welfare – ha concluso l’imprenditore - defiscalizzando parte della retribuzione che viene data per essere messa nel fondo pensione oppure per pagare l’asilo privato dei figli, per le coperture sanitarie private e questo per non stressare troppo gli ospedali pubblici. Penso sia inevitabile che questo accada. Quando noi, oltre alle nostre politiche retributive, abbiamo anche iniziato a erogare crediti welfare abbiamo capito che questo aspetto crescerà in futuro e che esiste la possibilità di competere. Ci siamo buttati su questa strada e ci stiamo divertendo».
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