Amadeus a Sanremo
Le parole contano

La conferenza stampa in cui Amadeus ha presentato le sue partners al Festival di San Remo ha scatenato più di una critica. Riassumiamo brevemente i fatti, partendo dalla scenografia prescelta per l’incontro con i giornalisti: l’uomo (di mezza età e certo lontano dall’essere un Adone), viene collocato in posizione centrale ed è l’unico ad avere diritto di parola. Le donne fungono da contorno, silenti, come belle statuine. Si alza il sipario. E la parola è dunque a Lui, che deve illustrare i meriti e le qualifiche delle prescelte. E qui si incanta il disco, perché quello che esce dalla bocca del nostro Protagonista è che sono: belle, poi belle, e di nuovo belle, anzi “sono tutte bellissime”. Ma, reagisce il pubblico, che pochezza di linguaggio! Non gli avevano preparato nulla di diverso da dire? Ecco però che Amadeus si accinge a dire qualcosa di ben più sostanzioso, che sicuramente metterà maggiormente in luce le competenze di una delle intervenienti, Francesca Sofia Novello, che in prima battuta è “la fidanzata di Valentino Rossi” (ah però…), ma che Amadeus avrebbe scelto “per la bellezza” (no, vi prego, non di nuovo), “ma anche per la capacità di stare accanto a un grande uomo, stando un passo indietro”: aiuto...ma dov’è il Coro greco che entra in scena per vendicare l’immoralità dell’azione appena messa in scena?

Ma lasciamo perdere per un momento la tragedia, anche se di questo – ahimè - si tratta. Se, oggi come oggi, le esternazioni di Amadeus fossero state collocate in un altro contesto, diverso da quello che sarà l’avvenimento principale su Rai 1 in questa stagione, finanziato dal nostro canone televisivo, visto da milioni di persone, ascoltato da nonni e bambini, e con un impatto mediatico ingombrante, cosa sarebbe successo?

Se il claim “bella e meritevole, perché capace di stare accanto a un grande uomo, stando un passo indietro” fosse contenuto in un messaggio pubblicitario, ci sarebbero stati adeguati mezzi per sottoporlo ad un attento vaglio da parte dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, che dagli anni ’60 cura che la comunicazione commerciale sia onesta, veritiera e corretta, e che i cittadini possano difendersi di fronte a messaggi offensivi o comunque non graditi. Secondo l’articolo 10 del Codice che regolamenta la pubblicità, questa “deve rispettare la dignità della persona in tutte le sue forme ed espressioni e deve evitare ogni forma di discriminazione, compresa quella di genere”. E non c’è dubbio che il suddetto claim, consistente in un’ovvia discriminazione di genere, sarebbe stato censurato e di conseguenza obbligato ad essere immediatamente ritirato. Segno questo che anche in un mondo come quello pubblicitario, a dispetto della sua conclamata superficialità, da tempo sono state introdotte delle asticelle ben definite entro le quali ci si deve muovere: messaggio di Amadeus non avrebbe potuto così passare senza una tremenda bacchettata sulle mani.

Non trattandosi di un messaggio pubblicitario, ma del “libero” pensiero espresso dal presentatore di Sanremo durante una conferenza stampa, ecco che invece viene tutelato dalla nostra Costituzione come ogni altra forma di pensiero, e non risulta censurabile in questi termini.

Rimane però a noi, società civile, un ruolo fondamentale nella valutazione critica delle esternazioni che accompagnano il servizio pubblico, non permettendo che passino senza stigmatizzazione. Tutti possono fare una gaffe clamorosa, un errore madornale. Occorre però accorgersi dell’errore fatto, prendersene la responsabilità, evitare di arrampicarsi sui vetri nel tentativo di dare inutili spiegazioni e alla fine – soprattutto - chiedere scusa.

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