Con il dovuto rispetto per i tanti, troppi morti, sembra che ci siamo ridotti come Fantozzi che subisce e tenta di salvarsi dalle vessazioni del capo con un “come è umano lei”. Perché comanda il virus. E c’è da sperare che abbia ragione l’epidemiologo Massimo Ciccozzi (notare l’assonanza con il cognome del personaggio di Paolo Villaggio regolarmente storpiato nei fortunati film) quando sostiene e ribadisce che il Covid-19 non può ammazzarci tutti poiché è costretto a convivere con noi e finirebbe in una triste inedia. La breve stagione degli esperti, così rassicuranti o ammonitori nei talk show in tv sembra essere naufragata se è vero che sono cominciate a volare le querele fra loro. Per quanto riguarda la politica, vabbeh, lasciamo perdere. Prima, a tutti i livelli regionali o nazionali (salvo lodevoli eccezioni), hanno sottovalutato il problema: un po’ come gli strateghi dello stato maggiore del Regio Esercito con Caporetto. Qui a essere travolti dall’offensiva nemica, come i fantaccini di allora, sono stati medici e infermieri. Molti di loro sono caduti sul campo.
I politici poi hanno lasciato la questione in mano agli esperti, quelli del lockdown che ha evitato il precipizio totale, salvo poi, riprende in mano la faccenda, schiacciati da immani pressioni di associazioni di categoria e dei cittadini stressati e agognanti di una messa in piega meno indecente di quella domestica e del cappuccino in tazza al posto di quello triste allungato dal barista fuori dal locale dentro un bicchiere di plastica. Però hanno passato la palla a noi.
E non sia mai che il famoso “rischio calcolato” descritto da Giuseppi Conte, non sia un subdolo tentativo di arrivare a quella epidemia di gregge che porterebbe altri lutti. Ma solo un cattivo retro pensiero. Come sono arrivati i politici alla fase 2 e mezzo, quella della riaperture. Con liti feroci, nel governo e tra quest’ultimo e le Regioni, all’insegna dell’ognun per sé e Dio per tutti. Con regolamenti e protocolli emanati nel cuore della notte e a poche ore dall’entrata in vigore e a chi tocca tocca.
E poi l’inevitabile allarmante spettacolo: gli ineluttabili assembramenti per lo spritz di giovani convinti, come lo siamo stati tutti alla loro età, di essere invulnerabili. Qui tocca alle forze dell’ordine ricordare loro che non è così e comunque esistono anche gli altri. Cosa che andrebbe notificata anche a coloro che hanno scambiato la mascherina per un collarino o che quando devono chiacchierare al telefono, liberano la bocca.
Per dire come siamo messi c’è anche il caso di Trump, uno che quando parla del Coronavirus è considerato alla stregua dell’ubriaco alla fiera, spesso giustamente. Ma nel momento in cui tutti lo spernacchiano perché il presidente degli Stati Uniti annuncia di assumere la clorochina, farmaco anti malaria, a scopo preventivo, salvo poi scoprire, vedi “La Repubblica” di ieri.che i medici del San Raffaele di Milano fanno la stessa cosa, non ci capisce davvero più nulla.
“Ecco perché”, maledetto virus, “siamo tutti qui davanti a te” come recita una canzone d’antan di Lucio Dalla, “Fumetto”. Magari nella speranza che tu decida di abbandonare questa terra di sprovveduti su cui neppure c’è gusto a infierire. In caso contrario, eccoci come il ragionier Fantozzi, proni davanti al mega direttore naturale, grand lupp mann, figl di... a implorarti di essere umano.
E buona fase 2 e mezzo a tutti. Facciamo che non si ritorni al via come nel Monopoli. Tanto dipende solo da noi. E da lui: il Covid-19.
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