Como torna nel suo giornale. Una cordata di ventiquattro comaschi - tutto il meglio dell’imprenditoria del territorio - ha acquisito quasi il 30% delle azioni della “Provincia” e da domani riprenderà quindi, dopo un’assenza lunga un quarto di secolo, a investire sul quotidiano storico della città, a prendersene cura, a esserne responsabile, a deciderne l’indirizzo.
Cambia tutto. Ci sarà una nuova società, un nuovo consiglio di amministrazione, con quattro consiglieri, tra cui il presidente, espressi dai neo soci, mentre Sesaab, la società editoriale bergamasca proprietaria della “Provincia” dal 1999 al 2024 e che continuerà a detenere circa il 70% delle azioni, esprimerà sette consiglieri, tra cui l’amministratore delegato. La nomina del direttore responsabile sarà condivisa tra vecchi e nuovi soci, così come la linea editoriale e il piano di sviluppo strategico dei prossimi anni. Che sarà centrato, questo possiamo senz’altro anticiparlo, sul digitale di qualità a pagamento, i prodotti verticali territoriali, il ringiovanimento e la formazione continua del personale giornalistico, tipografico e commerciale.
Questo, in sintesi, ciò che accadrà da un punto di vista societario. Ma la cosa più importante, al di là dei tecnicismi, è un’altra. E cioè che questo non è solo un progetto editoriale, industriale e finanziario. Questo è soprattutto un progetto culturale. E cioè la cognizione profonda da parte di tutti i nuovi soci, in un momento di trasformazione vertiginosa dell’editoria che avrà bisogno di almeno un altro decennio prima di approdare a un modello integralmente digitale che sappia stare autonomamente sul mercato, di costituire un presidio territoriale, di adempiere a un dovere civico, di sapere che questo non è solo un giornale leader da 133 anni, capace di dettare con autorevolezza l’agenda degli avvenimenti, ma una vera e propria istituzione. Un’istituzione comasca. Un’istituzione tutta comasca. Un pilastro la cui importanza va molto al di là del profilo del singolo azionista pro tempore, del singolo manager pro tempore o del singolo direttore pro tempore. È questo il tema. È questo il valore. È questa la pietra d’angolo alla quale un territorio colto, sano e intraprendente non può assolutamente rinunciare.
Como ha avuto la fortuna, venticinque anni fa, di affidare il suo quotidiano a un editore serio, solido e professionale senza il quale - credete a chi scrive questo pezzo - non sarebbe stato possibile superare i picchi più terribili della crisi economica dello scorso decennio e l’ancor più sconvolgente cambio di paradigma introdotto dalla rivoluzione tecnologica. Che ha distrutto un mondo antico, ma che è l’unica che può permettere di costruirne uno nuovo. Proprio per questo, per il ruolo centrale di Sesaab in questo inizio di secolo, è importante che da domani una fetta della “Provincia” torni a essere anche dei comaschi, perché è solo l’alleanza virtuosa tra competenze industriali ed editoriali e radici storiche e territoriali che può garantire un futuro al nostro giornale, che nel frattempo ha chiuso in attivo - evento clamoroso nell’editoria di oggi, fidatevi - il bilancio del 2023 e si appresta a chiudere in attivo anche quello del 2024.
È stata una saggia decisione, quella dei comaschi di tornare a casa, che d’altronde abbiamo già sperimentato con successo un anno fa a Lecco e Sondrio, fondendo La Provincia di Lecco e La Provincia di Sondrio con Unica tv in una nuova società - Enova - e facendovi entrare, pure in questo caso con una quota del 30%, importanti imprenditori del Lecchese e della Valtellina. Anche qui un’operazione culturale, anche qui un presidio territoriale, anche qui l’alleanza empatica tra competenze industriali-editoriali e profonde radici economiche locali.
È certo che non mancheranno gli osservatori maliziosi che, come già accaduto a Lecco e a Sondrio - la dietrologia è una brutta bestia dura a morire -, si domanderanno a chi giova, chi ci sta dietro, chi comanda per davvero. Così come non mancheranno i consigli, non richiesti, di andare a sinistra o di andare a destra o di andare al centro. State tranquilli, noi andremo dritti. Cercando di realizzare, al meglio delle nostre forze, un giornale multimediale, istituzionale, professionale, lontano dagli estremismi, dall’ignoranza e dalla demagogia, che sappia mettere al centro un unico grande tema: lo sviluppo del territorio, la difesa delle nostre comunità, il bene comune superiore a ogni spirito di parte.
Ma questa è accademia. È sul campo, sulla tempestività, sulla completezza e, soprattutto, sulla qualità dell’informazione quotidiana che la nuova “Provincia” verrà valutata. Come è giusto che sia, siamo tutti quanti nelle mani dei lettori. E non ci sono mani migliori.
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