Io confinato in casa
Cosa vedo del virus

Zona d’emergenza a Nord per il virus che dilaga, marzo 2020. Confinato in casa perché anziano (già, lo stavo dimenticando) mi pare di vivere in una bolla sospesa a mezz’aria. Rapporti con gli altri, quasi nessuno. Notizie, un mitragliamento quotidiano di strisce infuocate che stordisce attraverso computer e televisore, insolitamente acceso troppo spesso, correndo il rischio di assorbire informazioni da riservare tutt’al più alla discarica.

Come è successo una sera dopo mezzanotte, quando un addetto al cantiere dell’allarmismo ha calcato la mano sull’enumerazione della catacombe di anziani ultradeboli colpiti dall’infezione maligna.

Con squisito senso dell’opportunità, costui per documentare la differenza che passa fra quelli che hanno la forza di superare la crisi e gli altri che non ce l’hanno quasi più (per l’appunto la gente come me, debilitati dai molti anni sul groppone), ha pensato bene di proiettare la sequenza di un film dove i feriti in una guerra qualunque senza speranza di guarigione venivano spediti nell’aldilà con un colpo di pistola al capo.

Uno si chiede se un criterio sbrigativo del genere, pistola a parte, potrebbe essere adottato anche oggi, quando i malati – giovani e, ahimè, vecchi – intasano gli ospedali. L’esempio in tal caso era davvero convincente, se crudeli scelte discriminatorie è obbligativo compiere fra i tanti che non hanno più fiato per respirare. Lo dicono i superesperti più o meno velatamente attraverso la finestra sul mondo che pretende di essere la televisione, specie in questi momenti di allarme collettivo. Giusto per prepararci al peggio, con elegante cinismo e persino una punta di storica consapevolezza, rifacendosi alla ben nota e sbrigativa giustizia dell’antica Roma che spingeva i rottami umani giù dall’impervia Rupe Tarpea, infischiandosi del fatto che il loro cuore batteva ancora.

E questo è quanto viene alla mente stando a colloquio con se stessi, soli in casa a difendere il proprio diritto alla sopravvivenza e intanto imparando a conoscere meglio le varie reazioni del contesto sociale in cui si trovano. La maggior parte delle persone, certo dotate di buon senso, speriamo davvero che si siano rese conto della gravità della situazione e quindi si adeguino alle semplici, drastiche normative del coprifuoco. Gli altri, che non sono pochi a giudicare dei racconti di ciò che accade, si distinguono in categorie da tempo ben note: categorie di marca propriamente italiana, che sono capaci da sole di creare disordine, inutili litigi, perdite di tempo, insomma una serie di guai.

Ci sono gli Impreparati, stato d’animo comprensibile per la sorpresa di una sciagura del tutto nuova che coinvolge tutti. Gli Approfittatori, che cercano di sfruttare le necessità, pronti a speculare sulla vendita di prodotti richiestissimi per la difesa individuale. I Velocisti, che corrono a far provviste prima di chiudersi nel bunker come se fosse scoppiato il terzo conflitto mondiale. I Polemisti ad ogni costo, che se la prendono con il governo, con i politici, con gli organizzatori, con chiunque, lamentandosi di presunte colpe altrui o di mirabolanti complotti dei potentati economici a danno dei poveracci. Gli Egocentrici, superiori per numero purtroppo ai generosi che si prodigano per aiutare comunque il prossimo, magari al limite del sacrificio. Gli Incoscienti, convinti che si esageri nelle precauzioni e nelle rinunce, prerogativa specie dei giovani sicuri del proprio avvenire. E altre tipologie umane, fra le quali spicca l’eterna figura del Cretino, nemmeno più quella creatura amorfa creata da Flaubert ma l’altra spietatamente beffeggiata da Sciascia, che aggiungeva ironicamente l’attributo di “intelligente”. Il Cretino non è necessariamente un ignorante, ma un narciso convinto nella propria onniscienza, un prodotto dell’attuale diffusa mediocrità culturale, uno che disprezza, considera con alterigia i propri simili, si considera superiore, infallibile e dubita di ciò che gli viene suggerito, o peggio imposto, da un modo di considerare una realtà che non conosce.È un essere pericoloso, ma non per sé stesso. Normalmente ha successo, perché trova sempre tipi come lui che lo esaltano. E una stella lo protegge dai pericoli che non vede, lasciandolo indenne. Vedrete che capiterà anche adesso.

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