Menaggio, ennesimo schiaffone ai comaschi

Un tempismo eccezionale. Il Parlamento approva la legge sull’autonomia differenziata che, com’è noto, consente alle Regioni di chiedere al governo la competenza esclusiva su alcune materie, tra cui la sanità. Il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, annuncia che si muoverà subito per avvalersi proprio di questa prerogativa. Il giorno dopo, l’assessore alla partita, Guido Bertolaso, tra il lusco e il brusco e, pare, all’oscuro di buona parte del governo regionale e, soprattutto, dei consiglieri comaschi, annuncia la chiusura del pronto soccorso dell’ospedale di Menaggio, propedeutica alla trasformazione della struttura da “acuti” a “cronici”, insomma da emergenza a convalescenza.

Le due cose non saranno collegate, ma, insomma, se questa è l’immagine, arridateci er puzzone centralista. Perché l’ospedale di Menaggio non va chiuso senza se e senza ma. Significa privare migliaia di cittadini del diritto alla salute che sarebbe previsto dalla Costituzione o, in subordine, costringerli a ulteriori disagi dopo quelli già provocati dalla riforma, sempre regionale, della sanità varata alcuni anni fa. Oltretutto il modo offende. All’annuncio dell’assessore non seguono comunicazioni ufficiali da parte di palazzo Pirelli, non si capisce quali saranno le modalità e che fine farà il personale. Bertolaso si limita a spiegare che se la cosa non piacesse, è disposto a farsi da parte.

Ed è quantomeno curioso, per non dire di peggio, che l’assessore comasco Alessandro Fermi, il quale siede nella stessa giunta dell’ex capo della Protezione civile venga giù dal fico. Ci saranno tutte le motivazioni per questa scelta, la principale, non ci vuole un genio è la mancanza di personale che affligge l’intera sanità, ma è solo questo il modo di poter affrontare il problema?

E poi allora quali saranno i vantaggi dell’autonomia differenziata? Continuare a spingere i lombardi verso il privato come accade anche per la decisione su Menaggio che coinvolge l’ospedale classificato di Gravedona?

Insomma un altro bello schiaffone al territorio comasco che ormai, lo ricorderà che ha qualche lustro sulle spalle, somiglia sempre a Gianni Zullo. Chi era costui? Quello del gruppo comico dei Brutos che le prendeva sempre. Anche se in un celebre Carosello che pubblicizzava la cera, ce l’aveva sempre bella. Non come la nostra povera realtà, cornuta e mazziata che continua allegramente a fidarsi di quella parte politica che, appunto, la tradisce. Menaggio è solo l’ultima perla di una collana che comprende la tangenziale di Como a pagamento senza il secondo lotto, i quotidiani disastri del trasporto ferroviario, la sanità al di là dell’ultima vicenda e la prossima introduzione del pedaggio sulla Milano-Meda, per cui la massima concessione a oggi, sarà uno sconto ecc...

Per parafrasare uno slogan caro a un partito che va (anche se un po’ meno ultimamente) per la maggiore dalle nostre parti si potrebbe dire “paga somaro comasco”, senza offesa per nessuno, bipede o quadrupede che sia.

E non si alcuna consolazione il fatto che, a quanto pare, su Menaggio, vi sia una perfetta simbiosi tra elettori ed eletti. Questi ultimi hanno ribadito che sono stati lasciati all’oscuro di tutto. Insomma contano come chi li ha mandati lì. Dall’altra parte politica non pensino di bearsi di queste disgrazie, perché se di fronte a competitor così continuano a perdere, qualche ragione ci sarà pure.

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