Alessandro Volta era già un monumento in vita: il primo dei moderni, nonché l’unico, tra i comaschi, degno di essere accostato ai “padri culturali” della nostra piccola patria, i due Plinii. Lo aveva capito, tra gli altri, l’autore di una delle più autorevoli guide del Lario all’epoca del Grand Tour, Davide Bertolotti, che così scrive nel suo libro “Viaggio al lago di Como”, pubblicato nel 1821: «Nel dipartirmi di Como, fitto io portava nell’animo il rammarico di non avervi potuto venerar di presenza il novello Talete, l’interprete de’ naturali arcani, Alessandro Volta, d’immortal nome, la cui pila parve dover ritogliere alla stessa morte i suoi crudeli diritti. La città che diede i due Plinii ai tempi antichi, dovea dar un Volta alla moderna età per non mostrarsi degenere». Nel finale del libro, tornando a Como dopo avere compiuto il giro del lago, lo scrittore torinese si sofferma a osservare, ammirato, l’allora nuovo liceo che nel 1865 avrebbe preso il nome dell’illustre fisico e, osservando sulla facciata neoclassica i «venerandi busti di coloro, che tanta fama alla patria procacciarono colla grandezza del loro ingegno e delle loro opere», si chiede: «E perché mai fra tanto senno, non veggiam noi degnamente collocato, lui ancor vivente, il busto di Alessandro Volta?». Gli fu preferito, per la cronaca, il suo quasi coetaneo Carlo Castone della Torre di Rezzonico, nato nel 1742 (Volta è del 1745) e segnalatosi quale precursore del romanticismo in poesie e libri di viaggio «sanza ’nfamia e sanza lodo», per dirla con Dante, ma che aveva due vantaggi sullo scienziato: il primo quello di essere già morto (nel 1796), il secondo di appartenere a una più nobile schiatta che aveva dato al mondo anche un papa, Clemente XIII.
Ma torniamo al tris d’assi rappresentato da Volta e dai due Plinii, perché è arrivato il momento di giocarselo al meglio: l’anno prossimo, è noto, ricorrerà il bimillenario della nascita di Plinio il Vecchio e nel 2027 cadrà il bicentenario della morte di Alessandro Volta. «Ma mancano cinque anni - obietterà qualcuno rispetto a questo secondo appuntamento - magari una guerra nucleare ci avrà già estinti». Può darsi, eppure è questo il momento di dare l’accelerata decisiva perché Como nel 2023 cominci un piano di rigenerazione nel segno di Plinio e nel 2027 lo completi ispirata da Volta. Non siamo all’anno zero: la presentazione del nascente Parco Letterario “Da Plinio a Volta”, avvenuta ieri e di cui trovate notizia oggi nelle nostre pagine culturali, è un segno in tal senso, così come lo sono il Museo Vis Comensis che vedrà la luce nel Palazzo degli studi (quello del liceo classico e scientifico) per iniziativa di Fondazione Volta e Accademia Pliniana e il recente riconoscimento di Città creativa Unesco. Però, se teniamo conto che nel 2018, con un lustro di anticipo rispetto al bimillenario, “La Provincia”, assieme a due associazioni culturali, suonò la sveglia organizzando nell’ambito del festival “Le Primavere” una passeggiata creativa “Sulle orme dei Plinii”, oggi ci si sarebbe potuti aspettare che la comunità comasca fosse più avanti e avesse progetti più ampi e partecipati per il prossimo anno. Comunque, in attesa di belle sorprese per il bimillenario pliniano, e certi che alcune arriveranno, è bene capitalizzare l’esperienza di questo per fare di più in occasione del bicentenario voltiano, cominciando a pianificarlo da oggi, o almeno da domani, quando cadrà il 195° della morte dell’inventore, celebrato con una giornata di iniziative orchestrate ancora da Fondazione Volta.
Pianificazione e lungimiranza, in campo culturale e non solo, sono concetti di cui Como si deve riappropriare, con buona pace di amministratori di un recente passato che alla richiesta di prendere impegni almeno triennali rispetto a date e spazi per far crescere festival storici, ma sempre a rischio, come ParoLario, evocarono, ironicamente, i “piani quinquennali” sovietici e cinesi. E poi, certo, bisogna ritrovare l’orgoglio del 1899 e del 1927. Verrebbe voglia, in vista delle elezioni amministrative, di ristampare e distribuire ai candidati il libretto “Notizie biografiche degli illustri comaschi”, donato a tutti i consiglieri comunali nel 1847. È più che mai valido quanto scrisse l’autore, Luigi Dottesio, nel capitolo iniziale dedicato a Plinio il Vecchio: «Sarebbe degno dei lumi di questa età e della gentilezza dei presenti costumi crescer lustro alla patria nostra con un’opera [...] che congiungesse l’età di questi due nostri grandissimi, Plinio e Volta».
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