Quello che non abbiamo capito degli Usa

Donald Trump riconquista la Casa Bianca e in tanti, soprattutto qui in Europa e più ancora in Italia, non capiscono come sia potuto succedere. Ma come?

Gli americani hanno assistito, negli ultimi giorni del suo precedente mandato meno di quattro anni fa, al suo sfacciato tentativo di negare la sconfitta elettorale e addirittura all’assalto violento alla sede del Parlamento di Washington da parte di suoi seguaci e adesso lo rieleggono? Lo hanno sentito infinite volte insultare grossolanamente i suoi avversari politici, parlare delle donne senza rispetto, minacciare vendette contro chi – uomo politico o giornalista o magistrato - lo ha ostacolato nei suoi disegni e adesso lo rieleggono? Lo hanno ascoltato mentre ripeteva, ancora pochi giorni fa, assurde accuse ai suoi rivali democratici di voler truccare le elezioni e farneticava di aver sbagliato a lasciare la Casa Bianca nel 2021 “perché avevo vinto io” e ciononostante lo rieleggono? Com’è possibile?

È possibile perché noi europei e italiani degli americani – quelli veri, quelli che vivono nelle città e cittadine anonime e un po’ tutte uguali di quello sterminato Paese che sono gli Stati Uniti, non quelli che vediamo nei film di Hollywood o quando andiamo a New York – sappiamo poco o niente. Perché non abbiamo chiaro che esiste in America un numerosissimo ceto medio-basso che ha altre priorità rispetto a quelle che noi, dall’altra parte dell’Atlantico, e tanti politici e analisti americani superciliosi, consideriamo assolute, come ad esempio la difesa dei principii democratici o dei diritti civili come l’aborto.

Questa vasta America profonda bada al suo particolare, alla fabbrica che ha chiuso per delocalizzare in Cina o in Vietnam, ai prezzi che salgono, alla difficoltà di comprare una casa decente con i propri stipendi, all’insicurezza che si diffonde nei quartieri di periferia. È una classe medio-bassa che tradizionalmente si è affidata ai democratici e che adesso, proprio come accade in Europa, si butta a destra perché dalla sinistra si sente abbandonata.

La sinistra americana, in questa occasione rappresentata da una candidata senza personalità e senza carisma come Kamala Harris, ha da tempo scelto nuovi diritti da tutelare. Non più quelli tradizionali della classe lavoratrice (già traditi da Bill Clinton 25 anni fa quando si illuse di democratizzare la Cina facendola entrare nell’Organizzazione mondiale del commercio: la trasformò nella “fabbrica del mondo” a poco prezzo, la dittatura comunista sopravvisse e anzi si arricchì mentre gli operai americani perdevano il lavoro), bensì quelli delle minoranze di ogni genere: etniche, sessuali, degli immigrati. Ha dapprima alimentato e poi imposto a tutti le follie della controcultura “woke”, che oggi impesta con le sue parole d’ordine deliranti la vita scolastica, lavorativa e perfino sociale di un popolo intero che in gran parte trova tutto questo intollerabile.

Lo staff di Kamala Harris non ha capito che all’americano medio e medio-basso importa molto più che la politica gli prometta la concreta difesa dei suoi interessi e del suo onesto lavoro piuttosto che dei diritti degli Lgbtq+. Più ancora, non ha capito che in America non si vota più in base al colore della propria pelle: un nero o un “latino” privilegerà comunque chi gli garantisce sicurezza. E dunque meglio il grande semplificatore Donald Trump, che con il suo linguaggio volutamente rozzo parla agli operai di inflazione, ai contadini di prezzi delle sementi e ai piccoli impiegati di come poter continuare a pagare i loro mutui senza rovinarsi.

Qui in Europa abbiamo creduto che gli appelli di star dello spettacolo come Taylor Swift o Lady Gaga in favore di Kamala Harris avrebbero portato ondate di voti alla candidata democratica, ma all’elettore qualunque del Kentucky o dell’Oklahoma non gliene importa niente. Quell’elettore si è accorto, piuttosto, che la Harris aveva ben poca personalità e ben poco di concreto da offrirgli. E così adesso ci beccheremo quattro anni di Trump, e il prezzo lo pagheremo noi europei, a colpi di dazi sulle nostre merci e di politiche folli in nome di una falsa pace che potrà invece portarci una guerra vera alle porte di casa.

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