Strade, vota somaro comasco

Domanda: perché Como è sempre su una cattiva strada? Ce lo meritiamo? A metterle tutte in fila queste storie verrebbe come minimo da piangere. Parliamo dello stato delle infrastrutture viarie del nostro territorio. Negli ultimi giorni, questa pessima ribalta è stata monopolizzata dalla variante Tremezzina. Siamo di fronte all’ennesimo stop e (forse) go che, alla fine, è ancora più irritante dell’immobilismo.

Se è vero, come ci auspichiamo e vogliamo fare a fidarci nonostante tutto (ed è una bella attestazione da parte di tutto il territorio), che il ministero dei Trasporti guidato da Matteo Salvini, sollecitato dall’assessore regionale leghista, Alessandro Fermi, farà ripartire i cantieri e le esplosioni, garantendo i finanziamenti aggiuntivi richiesti dall’impresa, avremo comunque perso mesi preziosi e soprattutto con una densità di traffico relativamente bassa sulla sempre e comunque congestionata Regina e perciò con meno impatto dei mezzi pesanti che trasportano i detriti delle lavorazioni.

E comunque poiché il Capitano leghista Salvini, ha parecchie altre gatte da pelare (volete mettere la nostra misera variante di fronte al Ponte sullo Stretto?), l’ideale, sarebbe forse affidare la “patata bollente” a un commissario, fornito anche dei “conquibus” necessari e che abbia la testa solo su questo dossier. Però vabbeh prendiamo quello che arriva, nella nostra perenne catalessi elettorale, forse una specie di sindrome di Stoccolma delle urne, che porta i comaschi a votare sempre coloro che non contraccambiano tanta abnegazione: almeno sul fronte delle opere viarie.

Perché alle “buone” notizie sulla variante, sempre in questi giorni, si aggiunge quella del prossimo pedaggio per la Milano-Meda, superstrada molto frequentata dai comaschi che si recano per lavoro o altro nel capoluogo di Regione e vogliono evitare l’A9, notoriamente l’autostrada più cara d’Italia. O comunque rimasta sul podio dopo l’avvento della Pedemontana che, peraltro, è quella che imporrà il nuovo balzello sulla statale 35, inglobata in quel tratto dalla grande opera lumaca.

Oltre al danno la beffa. Per decenni abbiamo invocato il collegamento veloce tra Varese e Bergamo che, si augurava, comprendesse anche Como. Invece tutti i progetti redatti e modificati hanno spostato l’infrastruttura sempre più a Sud. E noi? Tranquilli, ci hanno risposto, vi facciamo una bella tangenziale su misura per le vostre esigenze. Infatti poi ce l’hanno servita dimezzata (da Villa Guardia ad Albate), poco utile e a pedaggio: quello che adesso sarà scontato del 50% a Varese (guarda caso), mentre per noi c’è la solita promessa per cui si farà: quante volte l’abbiamo sentita per il secondo lotto? E per favore non basta mettere lì l’autostrada Varese- Como-Lecco per cui siamo ai prodromi delle premesse. A saperlo quaranta e più anni fa ci saremmo dovuti battere per non farla la Pedemontana, sapendo che ci avrebbe regalato solo promesse disattese e “taglieggiamenti”, come quello prossimo venturo sulla Milano-Meda.

Riepilogando, l’unica cosa che è venuta fuori in questi anni è stata la terza corsia sull’A9 da Como a Lainate, merito dell’impegno costante dell’attuale sottosegretario Alessio Butti. Un po’ pochino per un territorio che, al di là delle tasse versate e della richezza creata per il paese con l’overtourism, merita non qualcosa, ma molto di più.

Chi pensa di tornare a baloccarsi con la “questione settentrionale” e va ritirando fuori il timido federalismo fiscale di bandiera, approvato nel 2009 e applicato in maniera più che blanda, qui ne avrebbe da fare. Invece, tanto per restare nel revival a noi non resta che riproporre, opportunamente adattato, lo slogan “Paga, somaro comasco” o magari “Vota, somaro comasco”.

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