Turismo lariano tra boom e boomerang

Da boom a boomerang sono solo cinque lettere. Una in meno di George, inteso come Clooney, che ha messo in vendita Villa Oleandra, la residenza che occupava a Laglio ogni estate da oltre dieci anni. Un periodo che ha cambiato in maniera radicale il turismo lariano fino ad arrivare, appunto, al record di presenze registrato in questo 2023. Che però potrebbe anche passare alla storia come un anno, nello stesso tempo, roseo e nero. Perché l’annunciato addio del divo del cinema americano a queste sponde rischia di essere la ciliegina su una torta che, in quest’estate, è andata un po’ a irrancidire.

Partiamo dal principale detonatore. I due euro chiesti in un locale dell’Alto Lago di Como per dividere un toast. La notizia, pubblicata per la prima volta dal vostro giornale che ha il solo viziaccio di fare il proprio dovere, cioè di informare, è rimbalzata ovunque, in Italia e non solo. E come tutte le notizie di un certo interesse, ha generato emulazione, anche un po’ eccessiva alla fine. Abbiamo passato l’estate a vedere denunce su scontrini con cifre esagerate per il consumo di cibi e bevande, indignazione e giustificazioni senza che mai mancasse la citazione all’episodio che ha originato il tutto: quello del toast. Di certo è stata una botta non da poco per l’immagine del nostro territorio. Ma si potrebbe dire: pazienza. Se non fosse che il Lario, in questa stagione, è balzato alle cronache anche per tutta una serie di problemi legati alla carenza di servizi, in particolare per quanto attiene ai trasporti, e anche per aspettative nate sui social che si sono poi rivelate fallaci, come l’ormai celebre giro del lago a piedi.

Per questo non ci voleva l’addio di Clooney. Perché la sua scia dorata e patinata da star hollywoodiana di quelle che è difficile far risultare antipatiche, era stato un traino equivalente a quello del motoscafo per gli scinauti. Tanti altri personaggi sono arrivati qui e poi ci sono tornati, magari perché ammaliati dal fascino dei luoghi. Ma certo senza l’apripista, sarebbe stato difficile vederli comparire. C’è da sperare che la scoperta dei paesaggi incantevoli, delle ville e dei giardini da sogno, abbia fidelizzato questa gente, a cui, immancabilmente, segue il gruppo di coloro che vogliono vedere più o meno da vicino il suolo calpestato da orme tanto illustri. E poi comunque c’è chi, come i Ferragnez, ha emulato il primo Clooney e preso casa sul Lario.

Speriamo bene, non è detto che questo mondo finisca con George che pure gli ha dato vita. Ma nel frattempo magari vediamo di ragionare sul modo di rendere strutturale la situazione. E bisogna cominciare dal capire quale turismo vogliamo da queste parti e poi comportarsi di conseguenza per organizzarlo, soprattutto sul versante dei servizi. Certo ci sono località in voga, per cui da anni si profetizza il declino e che invece continuano a tirare. Ma alcuni segnali che arrivano anche dal Canton Ticino, ridotto a mendicare, sotto il profilo turistico, gli avanzi che cadono dalle nostre abbondanti tavolate, qualcosa possono dire. Perché anche noi alla fine, al netto di Clooney & C., campiamo sull’effetto Milano, altro luogo che, dal punto di vista turistico, ha segnato un trionfo negli ultimi anni. Alla fine, insomma, forse dipendiamo troppo dagli altri e dovremmo imparare a far soli, per fare dei passi avanti e non un salto all’indietro.

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