Chi ci ha parlato negli ultimi giorni, lo ha trovato piuttosto seccato. E forse anche deciso a mettere i bastoni tra le ruote dei suoi ormai ex alleati. Quello tra Mario Landriscina, sindaco di Como ancora per qualche mese, e gran parte della maggioranza che lo sostiene (Lega, FdI, e Forza Italia) è un rapporto da separati in casa. A mettere il sigillo su una rottura già di fatto l’annuncio della candidatura ufficiale di Giordano Molteni come alfiere del centrodestra per il prossimo mandato di primo cittadino. Oltretutto un altro medico come il sindaco uscente che, sia pure a fasi alterne, la voglia di restare l’aveva anche manifestata. E ha ricevuto dei no, in verità piuttosto esagerati. Su tutti quello del coordinatore provinciale Forza Italia che aveva minacciato di “bruciare” chi avesse proposto la ricandidatura dell’ex capo del 118. Fratelli d’Italia aveva manifestato la propria contrarietà con i fatti, lanciando prima Stefano Molinari e ora Giordano Molteni. La Lega era rimasta abbottonata, se non per qualche timida manifestazione di sostegno da parte di qualche suo esponente.
Per questo Landriscina, che oltretutto aveva in tasca una promessa pesante che con ogni probabilità non sarà mantenuta, è furioso con tutti. E medita una mossa, se non da Conte di Montecristo che riappare dalla prigionia ricco e vendicativo, magari da sabotatore. Per contribuire a far perdere i suoi ex amici. Un problema in più per il centrodestra locale, a cui le difficoltà non fanno difetto.
A partire da quella di accettare con entusiasmo l’indicazione di Molteni imposta dall’alto e per qualcuno non proprio fornita delle stimmate per la vittoria. La partita appare chiusa dopo l’ufficializzazione di Mauro Caprani a candidato sindaco erbese, seguita al volar di stracci tra Carroccio e meloniani e con Veronica Airoldi, allettata da altri traguardi e indisponibile ad accettare il bis a cui invece avrebbe ambito a Landriscina. È noto anche alle pietre che quella della città brianzola, per il centrodestra, è una partita più facile di quella di Como dove gli avversari sono molto più ingombranti e avanti nella campagna. Ecco perché non pochi si fregavano le mani di fronte alla riluttanza del sindaco uscente che teneva i giochi aperti e autorizzava sogni proibiti.
A Como, poi, dato che la sorte spesso mostra il volto dell’ironia sta riapparendo sulla scena un altro Molteni, omonimo di cognome del nuovo candidato sindaco del centrodestra, e di nome del primo cittadino ancora in carica: Mario. Questo personaggio che vanta una certa esperienza in consiglio comunale, ha sempre giocato da battitore libero. E potrebbe ancora possedere una dote di voti magari da condividere con qualcuno. Fosse anche il furente signore che porta il suo nome di battesimo e dispone anche di una lista civica di fedelissimi. Anche il Molteni Mario è stato eletto con una civica: tutto questo potrebbe portare a un connubio in grado di pescare nel bacino di consensi i moderati già minacciato da Alessandro Rapinese, ma anche un po’ corteggiato da Barbara Minghetti, candidata del centrosinistra. Insomma Landriscina, di persona o no, potrebbe essere il fattore determinante per una mancata vittoria dei suoi ex sostenitori. Un film già visto di questa parti, ma sotto l’altra metà del cielo della politica. Ad oggi e con il voto che si approssima, le certezze dentro il centrodestra non sono molte, al di là dei nomi finalmente in campo. E la partita se dovesse rivelarsi perdente potrebbe creare non pochi grattacapi a qualche leader.
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