Erba, tasse e cartelle per mezzo milione. Ma aumenta anche chi si ravvede

Il fisco Sembra funzionare la stretta imposta dal Comune sugli accertamenti legati a Imu e Tasi. In compenso sono già stati incassati oltre 70mila euro da chi ha concordato il piano di rientro

La primavera è all’insegna della lotta all’evasione. L’attività è intensa dall’inizio dell’anno, ma solo nei mesi di aprile e maggio sono partite decine di cartelle per un valore complessivo di 296.656 euro di partite Imu da recuperare e 66.119 euro di Tasi, per un totale di quasi mezzo milione di euro da gennaio. «Abbiamo incrementato le attività - conferma l’assessore alle finanze Matteo Redaelli - ma stanno crescendo anche i contribuenti che pagano attraverso i piani di rientro».

Nei giorni scorsi la dirigente del settore finanziario, Milena Mazzoni, ha certificato il valore degli avvisi di accertamento recapitati a cittadini e imprese fra aprile e maggio: sono 296.656 euro di Imu e 66.119 euro di Tasi. Tra gennaio e marzo furono 103.606 euro di Imu e 15.487 euro di Tasi. Il totale nei primi cinque mesi dell’anno, mettendo insieme Imu e Tasi, è 481.868 euro di vecchie partite da recuperare a seguito delle verifiche effettuate dai funzionari.

La volontà

La volontà dell’amministrazione di incrementare i controlli fiscali è dichiarata. Già nel documento unico di programmazione approvato dal consiglio comunale nel dicembre 2023 la giunta prevedeva l’invio di 550mila euro all’anno di avvisi di accertamento tra il 2024 e il 2026. Di questo passo, nel 2024 la soglia dei 550mila euro verrà probabilmente superata.

L’accelerazione è scritta nei numeri. «Negli ultimi mesi - conferma l’assessore Redaelli - è incrementata ulteriormente l’attività di accertamento. È un atto dovuto a tutela dei cittadini che pagano, hanno sempre pagato e pretendono giustamente dei servizi all’altezza: per garantire questi servizi servono soldi ed è giusto che contribuiscano tutti».

Il messaggio, secondo Redaelli, inizia a passare. «Tanti contribuenti che ricevono l’avviso di accertamento vengono poi in Comune per concordare piani di rientro con i funzionari. Lo Stato prevede il ravvedimento operoso, attraverso il quale si possono regolarizzare omissioni tributarie con il versamento di sanzioni ridotte evitando l’avvio dell’iter di recupero dei crediti: i dipendenti forniscono assistenza per aderire a questa opportunità».

I numeri sono positivi. Dall’inizio dell’anno attraverso il ravvedimento operoso il Comune di Erba ha già incassato 61.838 euro di Imu e 9.442 euro di Tasi pregressi. «Questo nell’ottica del “fisco amico”, che non vuole essere punitivo ma piuttosto giusto con tutti. Chi non ha pagato trova sempre le porte aperte per sistemare la propria posizione in via bonaria».

Per quanto riguarda la Tasi, la tassa sui servizi indivisibili, si parla di una tassa che non esiste da tempo: gli accertamenti riguardano omessi versamenti di alcuni anni fa. Per l’Imu, al contrario, la caccia agli evasori è più viva che mai e va al di là delle semplici abitazioni: i funzionari prestano molta attenzione ai terreni fabbricabili, piuttosto che agli edifici dichiarati ancora in costruzione, per verificare che venga realmente pagato tutto quanto è dovuto.

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